Siamo metallizzati ma non abbiamo le ruote

 

Un Coleottero Crisomelide si muove lento fra gli steli. © Denis Perilli

 

Vi ricordate Herbie, “il maggiolino tutto matto”? Non tutti lo avranno in mente visto che si tratta dell’automobile protagonista di un film di Walt Disney del 1968. Sono passati ben 55 anni da allora. In compenso, avrete sicuramente presente questo modello di quattroruote, un’autovettura che ha riscosso (e riscuote tutt’ora) una grande simpatia proprio per le forme arrotondate che ricordano appunto il maggiolino, un coleottero un tempo molto diffuso e ora sempre più raro a causa della sempre maggiore distruzione del suo ambiente naturale prediletto.
Ma la montagna cosa c’entra con questo discorso? Diciamo che abbiamo usato questo espediente per raccomandarvi ancora una volta di aprire bene gli occhi durante le vostre camminate. Forse non potrete fotografare o fare il tifo per Herbie, ma potrete certamente ammirare delle meraviglie naturali che lo ricordano. I Coleotteri sono un ordine di Insetti (a cui appartiene pure il maggiolino) che proteggono le ali sotto due
possenti elitre, ossia due corazze che si aprono permettendo a questi buffi animaletti di volare. Fra i boschi, i pascoli e le praterie se ne possono rinvenire delle specie che sembrano finte, irreali, lucenti, appunto metallizzate. Dobbiamo ammettere che per riconoscerli come specie bisogna essere dei grandi esperti: spesso, infatti, le differenze fra una e l’altra si limitano a dei dettagli non facilmente distinguibili. Quelli che più sovente incontriamo, appesi su steli o pigramente adagiati su larghe foglie, appartengono alla famiglia dei Crisomelidi e sono cugini del maggiolino, che invece è un degno rappresentante della famiglia degli Scarabeidi. A noi in realtà poco interessa dare un nome preciso a questi animali. Preferiamo contemplarli, studiarne la lentezza, ammirarli nella loro armonica vita.
Ma lo sapete che i colori sgargianti che questi insetti indossano sono per lo più “finti”? Non esiste, infatti, alcun colore chimico (pigmento) che tinga il loro esoscheletro (così si chiama tutta la “corazza” esterna). A fornirne la proverbiale lucentezza, degna del cofano di una Cabriolet di lusso, è un gioco che si crea fra le microscopiche strutture della superficie della cuticola e la luce solare. È questo un altro degli imbrogli che gli esseri viventi sanno creare per poter sopravvivere nel loro ambiente naturale e stregare di meraviglia chi abbia la volontà di osservarli.