I Laghi del Gorzente sono bacini di origine artificiale che tuttavia si sono integrati piuttosto bene nel paesaggio circostante. Come piccoli fiordi si insinuano in vallette profonde, tra pinete e altipiani nudi e rocciosi: un ambiente singolare dall’aspetto quasi nordico a pochi chilometri dalla città e dal mare.
Nella zona dei laghi si sviluppa un percorso ad anello assai interessante e vario, con tanti bivi ma ottimamente segnalato a cura del CAI di Bolzaneto. Si cammina tra boschi, ruscelli, sulle sponde dei laghi e su panoramici crinali.
Accesso
- Dal casello di Genova Bolzaneto dell’autostrada Milano-Genova, si va a Pontedecimo poi a Campomorone, dove s’imbocca a sinistra la strada che sale a San Martino di Paravanico. Si continua in salita verso la Colla di Praglia e, al termine dei tornanti, si lascia l’auto nel parcheggio di Pou Renè.
- Dal casello di Masone dell’autostrada Voltri-Gravellona Toce, si gira a sinistra per Campo Ligure, dove si prende a destra la rotabile che sale alle Capanne di Marcarolo. Poco prima di giungervi si gira a destra: si superano i Piani e la Colla di Praglia, poi si prosegue ancora per un chilometro circa, fino al parcheggio di Prou Renè.
Itinerario
Il percorso è indicato da bandierine biancorosse con la scritta “SN” e da paline ai bivi. Dal parcheggio di Prou Renè (824 m) s’imbocca sul versante nord una stradina asfaltata tra gli alberi. Dopo un centinaio di metri si prende a destra un sentiero che passa presso un grande faggio poi scende tra i pini. Superato un prato piano, si continua in dolce discesa fra gli arbusti attraversando vari ruscelli. Si costeggia per un breve tratto il Rian Valle Calda, poi lo si attraversa per proseguire sulla sponda opposta in una zona acquitrinosa. Presso un castagneto si attraversa di nuovo il rio e si arriva ad un bivio: andando a sinistra, si incontrano i ruderi di una grossa neviera (una buca in cui veniva accumulata la neve per ricavarne ghiaccio da vendere in città). Lasciando a destra una diramazione, si continua in dolce discesa fra gli alberi su un’antica mulattiera. Si supera una piccola radura paludosa e s’incontra il gigantesco masso detto Pietra del Grano, presso cui venivano effettuati gli scambi di grano e vino provenienti dal versante padano, con sale, olio e altre merci che arrivavano dalla costa ligure.
Attraversato per la terza volta il Rian Valle Calda, si incontra un bivio con palina e si continua a sinistra sul Sentiero naturalistico, che taglia alto sopra l’alveo roccioso del torrente. Si scavalca la dorsale che divide i due rami del Lago Lungo (scorci tra gli alberi sul lago e sul Monte Figne) e si prosegue in piano per alcune centinaia di metri. Superato un costone, si attraversa il Rio dei Ciapuzzi poi si volge a destra e, sfruttando alcuni massi affioranti dall’alveo (guado impossibile con acqua alta), si attraversa anche il Rio Lischeo (0.50-1 ora da Prou Renè).
Sulla sponda opposta s’incontra un sentiero proveniente dai Piani di Praglia: seguendolo verso destra di fianco al rio, si raggiunge il Lago Lungo (684 m). Si costeggia quasi tutto il lago, chiuso a valle da una grossa diga. Giunti ad un bivio, i segnavia del Sentiero naturalistico conducono a sinistra, in salita in un castagneto: in breve si arriva su uno spiazzo che un tempo ospitava una carbonaia (sulla destra c’è una fonte). Continuando la salita fra i castagni si giunge su un un costone a quota 750 circa, dal quale si hanno begli scorci sui laghi Lungo e Bruno. Scendendo ripidamente fra i pini (un breve tratto roccioso è attrezzato con un cavo d’acciaio), il sentiero va ad immettersi in una strada sterrata: seguendola a destra, si scende al Lago Bruno (646 m).
Si attraversa il ramo meridionale del lago su un ponte in cemento, sovrastato dalla grande diga del Lago Lungo, poi si sale sull’altra sponda e si va a destra su una stradina dal fondo in cemento, che s’innalza ripida nel bosco. Dopo un tratto in piano si giunge alla Cappella della Madonna del Buon Consiglio e alla casa dei guardiani della diga del Lago Lungo. Superata la casa, la strada prosegue sterrata: dopo una cinquantina di metri (palina) la si abbandona per girare a sinistra. Si attraversa uno spiazzo e si prende a destra un sentiero che s’innalza ripido nel bosco, fino ad una spalla a quota 750 circa. Si sale ancora fra radi alberi con begli scorci sul Lago Bruno, poi si procede a mezzacosta nella valletta tra il Bric Nasciu e il Monte Figne. Giunti ad un bivio, si sale a destra sul ripido sentiero scalinato che porta al Sacrario dei Martiri di Passo Mezzano (a ricordo di 14 partigiani trucidati qui dai nazi-fascisti nel 1944). Proseguendo l’ascesa su un erto versante con rocce affioranti, si guadagna la piatta sommità del Bric Nasciu (922 m) da cui la vista si apre bellissima sui laghi Bruno e Lungo, con uno spicchio di mare che occhieggia a sinistra.
Il sentiero segnalato scende dolcemente per un crinale erboso con radi pini e arriva sull’ampia sella prativa detta Piano della Benna. Tagliando a mezzacosta il versante nord-ovest del Bric di Guana si raggiunge l’Alta Via dei Monti Liguri, che si segue verso destra. In breve si giunge sull’ampio spartiacque tra Gorzente e Polcevera: si lascia a sinistra l’Alta Via che scende direttamente al Passo di Prato Leone, e si attraversa una recinzione in legno. Poco più avanti s’incontrano un traliccio e due carrelli, rimasti a ricordo della teleferica che collegava Gallaneto con i Laghi del Gorzente; subito dopo si arriva all’Osservatorio del CAI (905 m, 2.20-2.40 ore dal guado del Rio Lischeo), usato come punto d’appoggio e di sosta per le visite guidate sul Sentiero naturalistico. Di fianco all’osservatorio c’è un riparo sempre aperto. Da qui la vista spazia sulla Val Polcevera e su molte cime dell’Appennino genovese, tra cui il Monte Figogna dove sorge il venerato Santuario della Guardia.
Presso la teleferica, il Sentiero naturalistico comincia la discesa sul versante della Val Polcevera, ricongiungendosi poco più giù con l’Alta Via dei Monti Liguri. Scesi al Passo di Prato Leone (779 m) si lascia a destra la strada sterrata e si prosegue verso sud superando una recinzione. Subito dopo si abbandona la mulattiera che continua in piano, per andare a destra in lieve salita fra i pini: dopo un tratto a mezzacosta, il sentiero piega a destra e attraversa un’altra recinzione. Subito dopo s’incontra di nuovo la sterrata che porta al Giogo di Paravanico (779 m), dove si gira a destra per continuare in salita sull’Alta Via. Al bivio successivo, l’Alta Via prosegue dritta, mentre il Sentiero naturalistico devia a destra e, con una breve ascesa, guadagna un dosso boscoso su cui sorge un antichissimo cippo di confine (è uno dei termini di confine citati nella Tavola di Polcevera, del 117 a. C.).Volgendo a sinistra, il Sentiero naturalistico scende a ricongiungersi con l’Alta Via, che si segue verso destra. Raggiunta una sterrata, la si percorre per pochi metri verso sinistra, poi si va di nuovo a destra su un sentiero che s’innalza in un bosco fitto. Sbucati nuovamente su una pista sterrata si procede in salita, infine in dolce discesa si ritorna al parcheggio di Prou Renè (824 m, 1.10-1.20 ore dall’Osservatorio del CAI).