La Fiumara Bonamico dalla Guardia della Mancusa. In primo piano l'ex lago Costantino © Vito PaticchiaL’utilizzo del percorso ufficiale del Sentiero Italia, individuato dai responsabili della sezione di Reggio Calabria per collegare l’Eremo di Polsi a San Luca, si presentava molto impegnativo. Avvertito prima della partenza che il sentiero avrebbe potuto riservare delle sorprese, accompagnato da Davide, socio CAI di Imola, ero arrivato in Calabria con un supplemento di attrezzatura per aprire, in caso di necessità, corridoi di passaggio nella rigogliosa vegetazione. La bellezza “selvaggia” dei territori attraversati, dal Bosco della Mancusa alle terrazze panoramiche dei monti Cannavì e Fistocchio, all’attraversamento della Fiumara Bonamico ricca di rocce metamorfiche provenienti dall’Unità di Madonna di Polsi (rivelatasi di straordinaria importanza geologica tanto da contribuire al riconoscimento dell’Aspromonte quale Geopark UNESCO), non impediva di pensare che occorresse trovare una variante con un grado minore di difficoltà.
Terminate al Passo della Limina le tappe dell’Aspromonte, accompagnati da Consolato, responsabile del SI in questi territori, si ritornava quindi a Polsi per verificare la possibilità di raggiungere San Luca per un percorso meno accidentato: la fortuna quel giorno è venuta in aiuto per la presenza, all’Eremo, di un gruppo di forestali di San Luca i quali hanno segnalato una comoda strada bianca a mezza costa che, passando dalla sorgente di Sa Maria e da un loro rifugio, terminava in località Snodo San Luca-Zervò (830m), da dove si poteva raggiungere il comune di San Luca in 2 ore di cammino. Ci avrebbero preceduti invitandoci a fermarci al loro rifugio
Ad attenderci, una figura molto nota presso i soci CAI e coloro che in questi decenni hanno praticato l'escursionismo in Aspromonte e nell’area di San Luca: Antonio Stranges, uno dei protagonisti in Calabria di quei coraggiosi pionieri che si erano battuti per strappare San Luca e l’Aspromonte dalle mani delle ‘ndrine e rendere il territorio accessibile all’escursionismo. Impegno che si era concretizzato nella collaborazione con Riccardo Carnovalini, Teresio Valsesia e gli organizzatori del CamminaItalia, la manifestazione che nei primi anni Novanta del secolo passato, ha anticipato il lavoro per rendere stabilmente fruibile il Sentiero Italia. Antonio, insieme al gruppo dei forestali di San Luca, per ovviare alla momentanea assenza di strutture di accoglienza a San Luca, ha garantito che il rifugio da loro costruito sarebbe rimasto nella disponibilità degli escursionisti. E a suggello di questo accordo, ha poi accettato il dono delle magliette delle sezioni CAI di Bologna e Imola che andranno ad arricchire la sua collezione di oltre 2000 magliette sezionali del CAI e di altri gruppi e associazioni nazionali e internazionali di escursionismo che in questi anni hanno visitato la Calabria.
Ma nel gruppo di forestali, non c’erano solo uomini. Era presente una signora che a Polsi avevo notato salire con passo sicuro sul versante roccioso della montagna per raccogliere origano. Ci eravamo fermati anche noi a raccoglierne qualche rametto e incrociando i suoi occhi, avevamo notato uno sguardo duro, fiero, che non lasciava spazio a nessun tipo di comunicazione. Nel rifugio, unica operaia in mezzo a una decina di operai, si sottraeva a qualsiasi conversazione, alle foto di gruppo: non una parola, non un saluto. Dopo una lunga sosta conviviale col gruppo dei forestali, arrivava il momento dei saluti con strette di mani e abbracci. Abbandonando per un attimo la sua riservatezza, lei si avvicinò per farci dono dei suoi mazzetti di origano. E fu il più bel saluto di quella giornata indimenticabile.
Scopri la tappa U03 del Sentiero Italia CAI, da Eremo di Polsi a San Luca.
Sorgente e guado artigianale in legno lungo il sentiero 103A da Polsi a San Luca © Vito Paticchia