Rifugio Grandinetti © Marco GarceaHo appena terminato una sosta in un tratto di Sentiero Italia molto suggestivo dove le acque del Soleo, affluente del Fiume Tacina, vanno a incunearsi tra i monti Gariglione e Femminamorta, in una gola buia e selvaggia da essere chiamata Manca del Diavolo. Vicino si trova il Rifugio Leone Grandinetti della Sezione CAI di Catanzaro che raggiungo dopo aver attraversato un’ampia valle circondata da secolari faggi, pini larici, abeti bianchi e dove altre acque, quelle del Torrente Galina, diffondono gli ultimi schiamazzi prima di unirsi al Soleo. Il rifugio si trova a 1611 m di altitudine in area Mab UNESCO e oggi trovo gli allievi della scuola sezionale di escursionismo del CAI Catanzaro a conclusione di un percorso formativo dedicato alla conoscenza, tutela e frequentazione consapevole della montagna. Il più giovane si chiama Antonio, ha 15 anni ed è molto entusiasta dell’esperienza vissuta in questi luoghi. Racconta: “…non avevo mai trascorso una notte in quota e soprattutto in un rifugio. Il buio da poter ammirare la meraviglia della via lattea, il silenzio e la tranquillità della natura sono solo alcuni dei miei momenti indimenticabili”.
Il rifugio, aperto da Maggio a Novembre, oltre a essere punto d’accoglienza del Sentiero Italia è un centro di divulgazione, educazione, documentazione e formazione permanente sulle problematiche inerenti la tutela e la conoscenza dell’ambiente delle terre alte e della biodiversità, un laboratorio territoriale mirato allo studio delle relazioni fra uomo e ambiente, indirizzato a tutti i frequentatori del territorio, perseguendo attività sociali rispettose dei complessi e fragili ecosistemi che caratterizzano l’area. Prima del recupero conservativo, il sito dove si trova il rifugio comprendeva i ruderi di due strutture in muratura di pietra tipica della zona, una adibita a stalla per bovini da cui probabilmente il toponimo Latteria della località e l’altra costituita da due stanze a ingresso separato utilizzata come sede della Milizia Forestale Nazionale, su un architrave infatti sono incise le iniziali MNF. Inaugurato nel 2007 è composto da 16 posti letto, un’ampia sala soggiorno-pranzo, una cucina con focolare ad angolo e servizi. È un punto di riferimento e base di partenza per scoprire attraverso gli oltre 700 km di sentieri e le bellezze naturalistiche della Sila. Il Sentiero dei Giganti a pochi passi dal rifugio, è un percorso ad anello tra i più visitati dagli escursionisti lungo il quale è possibile ammirare esemplari monumentali di abete bianco, faggio e pino laricio, tra gli ultimi sparuti superstiti della vetusta foresta che ricopriva l’area. In questi luoghi il laboratorio Nanodiagnostics di Modena ha rilevato l’aria più pulita d’Europa, un motivo in più per fermarsi qualche giorno e respirare la natura "selvaggia" della Sila.