Il grande ripiano delle sorgenti del Secchia e il Monte Alto. © Archivio InfomontNella porzione nord-occidentale dell’Appennino Tosco-Emiliano, tra le valli reggiane e la Lunigiana, si trovano le Sorgenti del Secchia, il lungo fiume che, dopo 172 chilometri, confluisce nel Po. Il corso d’acqua nasce ai piedi di alte montagne che sfiorano i 2000 metri di quota, superandoli solo sull’Alpe di Succiso (2017 m), cima più a ovest di tutti gli Appennini a varcare questa “fatidica” soglia. Le Sorgenti del Secchia – dette anche Prataccio – sono un luogo dal fascino unico, una grande piana erbosa immersa nel silenzio, che si apre tra i boschi di faggi e circondata dai ripidi declivi che salgono al Monte Alto, alla già citata Alpe di Succiso e al Monte Casarola. L’escursione qui proposta, con un dislivello di quasi mille metri, segue nel primo tratto un’antica mulattiera, poi un facile sentiero nella faggeta, per rimontare infine i ripidi pendii erbosi dell’Alpe di Succiso fino alla Sella del Casarola, da dove si gode di un panorama davvero ampio. Dal valico è possibile salire in breve sull’Alpe di Succiso seguendo l’erbosa cresta, priva di difficoltà oggettive, o ancora più rapidamente sulla tondeggiante sommità del Monte Casarola.
La partenza si raggiunge percorrendo la statale del Passo del Cerreto e, poco prima del valico, si parcheggia in località La Gabellina; proprio in corrispondenza di un secco tornante si imbocca la mulattiera (segnavia n° 675) che sale verso sud-ovest nel bosco seguendo una poco evidente valletta, fino a portarsi, dopo un’inversione a destra (est) e un ampio giro antiorario, alla piana con le Sorgenti del Secchia. Si punta ora a nord, in direzione dell’Alpe di Succiso, si esce dalla vegetazione, e con la pendenza che aumenta costantemente si volge a destra (est) e con un traverso ascendente si guadagna la Sella del Casarola.
Il ritorno avviene per lo stesso itinerario di salita.