Roda di Vael, una nuova via in onore di Dante Colli

Gaetano Rasom, con Agostino Rasom e Alessandro Furci ha aperto un itinerario dedicato allo scrittore e alpinista "adottato" dai fassani

Gaetano Rasom, con Agostino Rasom e Alessandro Furci hanno aperto una nuova via sulla parete est della Rosa del Diavolo, nella conca del Vael, gruppo del Catinaccio. L'itinerario si sviluppa per 140 metri, con difficoltà comprese tra il III e il IV grado, a parte qualche passo di V. Sale sfruttando dei settori di roccia pulita, parallelamente alla Gross, con la quale condivide gli ultimi due tiri. La via Dante – in onore di Dante Colli- è stata aperta in stile trad e si può proteggere sfruttando le numerose clessidre (alcune attrezzate), integrando con friend di misura 2 e 3.

Per Gaetano la soddisfazione maggiore deriva dall'essere riuscito a fare un “regalo” all'amico. «Dante è un caro amico, l'ho portato ad arrampicare per una decina di anni come guida dopo che si è ritirato Gino Battisti. Lui ha casa a Pozza di Fassa e l'ho accompagnato quando stava lavorando alla guida del Catinaccio e altri libri come i 3000 delle Dolomiti, o per la mostra sui cento anni di Georg Winkler. È una persona che ha fatto molto per la Val di Fassa, per le nostre montagne».

 

L'itinerario visto dal Rifugio Roda di Vael © Gaeteano Rasom

E così, quando si è presentata l'occasione giusta, Rasom ha tradotto in un atto concreto la propria riconoscenza. «Un giorno, andando a cercare in un settore nuovo, ho trovato questo itinerario di sei-sette tiri. Appena a sinistra c'è una via di Aldo Gross e Dante è stato il suo primo allievo. Alla festa delle guide ci siamo visti e gli ho detto che se non si fosse offeso avrei dato il suo nome alla via. Di solito non si fa con le persone in vita, perciò ci sono andato piano. Ma lui si è messo a piangere, era davvero contento e così è diventata la via Dante».

 

È una persona che ha fatto molto per la Val di Fassa, per le nostre montagne.

 

Le soste sono tutte su due spit e attrezzate per il rientro in doppia. «L'ho aperta in giornata con i miei “compagni di merende”, come li chiamo. Ci si può proteggere bene con quello che si trova e qualche friend, ma le soste le ho volute mettere: perché farle sugli spuntoni non mi piace, ho visto cose brutte in questi anni, non c'è più abitudine ad assicurarsi in un certo modo. Ho pensato agli utenti di oggi. Le vie hanno valore quando sono ripetute, ha senso aprirle pensando a chi le farà».

Per raggiungere l'attacco della via, dal Rifugio Roda di Vael bisogna salire per il sentiero del Croz di Santa Giuliana, Ferrata Masarè. Una volta superato il tratto attrezzato, si traversa per il catino e prima dell’inizio della ferrata biosgna salire a destra per terreno erboso. Superato l’attacco dello sperone Gross di 10 metri, si trova l'attacco segnato con una clessidra con cordino giallo.