Ci sono luoghi che diventano vittime del proprio successo, ed è quanto accaduto domenica 26 gennaio a Roccaraso, celebre località sciistica montana abruzzese. Il comune è stato letteralmente travolto da un’orda di oltre 20mila turisti. Una giornata che ha messo in evidenza non solo l’interesse per le sue montagne e per le piste da sci che offre al pubblico, ma anche i limiti strutturali e organizzativi di fronte a un turismo di massa sempre più impulsivo, alimentato dalla viralità dei social network.
In poco tempo, una tranquilla domenica invernale si è trasformata in una bolgia: 220 autobus turistici, chilometri di auto incolonnate sulla Statale 17 e un paese messo in ginocchio da un afflusso fuori controllo. Le immagini di Roccaraso congestionata, con turisti esasperati bloccati per ore nel traffico, sono l’emblema di un problema che va ben oltre questa singola giornata.
Un assalto
Il sindaco Francesco Di Donato, intervenuto con parole chiare, ha descritto la situazione come "un vero e proprio assalto". "In circa ventimila a sciare sulle piste, altri 15mila in paese a passeggiare: questi sono numeri che registriamo, normalmente, ogni weekend di gennaio e febbraio" ha spiegato. "E poi abbiamo centinaia di pullman non autorizzati che arrivano. Ieri, soprattutto dalla Campania, sono giunti 260 autobus che hanno portato altre 10-12mila persone: un vero e proprio assalto e la situazione è divenuta ingestibile".
Le difficoltà di gestione non si sono fermate qui. Di Donato ha dichiarato di aver richiesto "un importante intervento da parte delle autorità preposte, un massiccio spiegamento di forze dell'ordine". Per affrontare l’emergenza, si riunirà in questi giorni a l’Aquila il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza, con l’obiettivo di delineare strategie per fronteggiare l’incremento dei flussi turistici non regolamentati.
Un altro elemento critico, afferma il sindaco, riguarda il ruolo delle agenzie campane e degli influencer, che con i loro contenuti hanno promosso viaggi "mordi e fuggi" a Roccaraso: "Succede che agenzie campane spingano per viaggi mordi e fuggi a Roccaraso, con l'aiuto di influencer, e si creano così caos indicibili perché tocchiamo numeri ingestibili".
Un caso isolato?
Roccaraso non è la prima “vittima” di questo fenomeno, e non sarà l’ultima. Altre destinazioni, da Venezia ai borghi più piccoli, conoscono bene gli effetti del turismo non regolamentato. La sfida ora è capire come gestire questo flusso. Servono regole più chiare: controlli sugli autobus turistici, contingentamento degli accessi, maggiore comunicazione con le autorità locali e una riflessione seria su come promuovere un turismo sostenibile.