La facciata del rifugio Carlo POrta © CAI Milano
Il rifugio Carlo Porta (1426 metri) ai Piani Resinelli rappresenta il punto d'accesso favorito al gruppo dei Magnaghi e più in generale alla Grignetta. Facilmente raggiungibile a piedi dall'abitato sottostante, rimane in realtà piacevolmente isolato dalla civiltà al limitare di un bosco di faggi e abeti. Dal piazzale antistante si può godere di una piacevole vista sul lago di Lecco e la sala da pranzo del rifugio è un incantevole tuffo in un passato a metà tra alpinismo e bella vita.
La storia
Nel 1911 un gruppo di soci del CAI Milano - tra i quali l'omonimo nipote del poeta milanese Carlo Porta, che dona il terreno-, vuole realizzare una struttura come supporto alle attività alpinistiche nelle montagne predilette dai milanesi. Il rifugio viene costruito in stile pre-liberty grazie alle cospicue donazioni di personaggi importanti e viene frequentato dalle famiglie “bene” dell'epoca: Campari, Hoepli, Branca, Falck. Nel listino prezzi dell'epoca sono acquistabili bottiglie di champagne e bicchieri di cognac, tra le due guerre vi fanno tappa letterati, giornalisti e alpinisti: Antonia Pozzi, Mary e Vittorio Varale, Riccardo Cassin, Emilio Comici sono solo alcuni dei grandi nomi passati dal Porta.
Tra i primi custodi ci sono i Vassalli, con i figli Gina e Angelo. Angelo Vassalli è primo salitore della Torre Costanza con J.A. Sprangher e della Spaccatura Dones ai Magnaghi. Una croce lo ricorda in cima al Sigaro. Altre storiche famiglie tra i gestori sono i Vegetti e i Giudici. Quest'ultimo, quando lascia il rifugio negli anni '60, apre un negozio di articoli sportivi con annessa pompa di benzina proprio nel piazzale antistante la struttura, dove ora ci sono i box.
Nel 1936 viene costruita la carrozzabile che sale da Ballabio che semplifica l'accesso ai Piani Resinelli e al rifugio, durante il secondo conflitto mondiale la struttura viene “visitata” in rigorosa alternanza- sovente mediata dagli stessi custodi- da regolari del regime fascista e da partigiani. Testimonianza particolare di quel periodo, la firma datata 1942 del comandante Leopoldo “Poldo” Gasparotto sul libro dei visitatori (si ringrazia Alberto Benini per l'informazione).
La gestione
Dal dopoguerra in poi il rifugio mantiene intatta la propria struttura e non subisce interventi particolari, fino alla attuale gestione, iniziata a maggio 2022. Sono state rifatte le camere (fino a sei posti letto), ora tutte e tre con bagno, ed è stato aggiunto un bagno con accesso disabili al piano terra. Più in generale è stato rivisto il locale bar, mentre il salone è stato oggetto di un restauro a titolo conservativo. «Abbiamo ripristinato alcuni pannelli in legno che erano danneggiati, rifatto le canaline con l'impianto elettrico a treccia e gli interruttori di ceramica, perché quella sala è un gioiello – spiega Iris Gherbesi-. I miei figli si occupano della gestione con me. Massimo (Fiorelli, ndr) è il cuoco, Eleonora si occupa prevalentemente del rifugio Ponti ma è presente. Siamo aperti fino a fine novembre e da metà marzo in poi, oltre che durante le feste di Natale».
La struttura ha il vantaggio di essere facilmente accessibile, ma già in un contesto riparato rispetto al caos della civiltà. «La strada di accesso rimane chiusa salvo casi eccezionali, il bosco infonde tranquillità e il rifugio guarda alle montagne. È un luogo perfetto per la ricerca di una propria introspezione, non per forza da soli. Non a caso ci siamo orientati parecchio verso i gruppi. È un posto per ritrovi, team building, per chi cerca un certo tipo di intimità». Il menu è quello della tradizione, ma con piatti curati nella ricerca delle materie prime e di una preparazione attenta alla salute.
La cima della Grignetta. Si distinguono chiaramente il bivacco Ferrario (al centro) e la Cresta Cermenati (a sinistra)Itinerari
Dal rifugio Carlo Porta sono moltissimi i percorsi possibili. Innanzitutto per la cima della Grignetta: dalla Cresta Sinigaglia (indicato come sentiero 1, EE, tratto attrezzato in prossimità del Salto del gatto e poco sopra), dalla Cermenati (sentiero 7, per escursionisti ma è bene prestare attenzione) o dal Canalone Porta (un passo di II+) in poco più di due ore. Dal rifugio si può prendere anche la cosiddetta Direttissima, un meraviglioso sentiero (numero 8) – con un piccolo tratto attrezzato- che passa a mezza costa tra le più belle guglie del gruppo e porta fino al rifugio Rosalba (1730 metri) in circa un'ora e mezza. Per gli scalatori, il Porta è sostanzialmente sul tragitto per i Magnaghi ed è un ottimo punto di ristoro al ritorno da una scalata in giornata.