“Dammi una birra scura ma non troppo. Che sia a quattro gradi centigradi ma con la schiuma leggermente più calda.”
“Voglio un caffè caldo ristretto su tazza macchiata, fredda e larga”.
“Prima però mi serve una pasta integrale con cime di rapa… ah già che ci siamo dei crostini con salsa all’avvocado. Che sia fresca mi raccomando.”
“Il box doccia è in vetro di Boemia?”.
È questa la trama di una sceneggiatura ambientata in un rifugio delle Alpi o dell’Appennino. Attore principale l’escursionista che arriva, mangia e soggiorna nella struttura.
Ovviamente stiamo volutamente esagerando, però i nostri amici rifugisti spesso ci raccontano di ospiti piuttosto esigenti che, incredibile a dirsi, non si rendono conto di come si svolga la vita in un rifugio montano.
Il Rifugio Duca degli Abruzzi al Lago Scaffaiolo (Appennino Modenese) @ Denis Perilli.Avete mai pensato ai passaggi che deve compiere il vostro pasto prima di giungere sul piatto? Sembra (anche a noi) una domanda stupida, ma vista la leggerezza con cui molti avventori si presentano al tavolo nulla è da dare per scontato. Portare il cibo in quota a volte è oggettivamente complicato, come lo è fare provviste. Servire poi, con la dovuta cura, molti ospiti è un’arte vera e propria: spesso non lo comprendiamo a dovere.
Se il meteo è buono salirà tanta gente e posso quindi comperare viveri in abbondanza, ma se questo cambia posso trovarmi a dover gettare della carne, delle verdure, ad esempio. Questa è un o’ la spada di Damocle che pende sulla testa dei rifugisti.
Il Rifugio Torre di Pisa (Latemar, Dolomiti) @ Denis Perilli.Un altro problema, che sta investendo sempre più strutture, è quello dell’acqua. Nevai, ghiacciai e falde che servivano per approvvigionarsi acqua sono sempre più in sofferenza, ecco quindi che il doversi per forza fare una doccia in rifugio diventa una richiesta inadeguata, talvolta sciocca.
Il Rifugio Payer (Ortles, Alpi Retiche) @ Denis Perilli.Molti altri sono i finti problemi che la gente si porta da casa fino in quota. “C’è il wi-fi? Dov’è la presa della corrente per ricaricare il cellulare e il videogioco?”.
Abbiamo un po’ tutti la brutta mania di voler portare in montagna le comodità e le inutilità della città, distogliendo così l’attenzione dalle bellezze naturali e, perché no, umane, che le vette ci sanno regalare.
Ma siamo sicuri di averne proprio bisogno? Riflettiamoci…