Il rifugio Prospero Marchetti
Il rifugio Prospero Marchetti al Monte Stivo (2054 metri), è situato poco sotto la cima della montagna (2012 metri) sulle prealpi gardesane. È uno dei rifugi più a sud del Trentino ed è stato edificato sul versante sud-ovest della montagna. È una piccola struttura che ricalca piuttosto fedelmente l'edificio realizzato dalla SAT nel 1906. Il rifugio è meta di gite giornaliere ed è raggiungibile da ben tre direttrici diverse, ma è possibile anche pernottare e la vista è magnifica in ogni stagione.
La storia
La realizzazione del rifugio venne affidata all'impresa edile Giacomo Martinelli di Vignole, sulla scorta delle spinte irredentistiche trentine, che miravano ad arginare il pangermanesimo dilagante dell'epoca: era il periodo della "guerra dei rifugi". Un esempio lampante fu la costruzione del rifugio Quintino Sella ai piedi della vedretta di Tuckett, costruito di fronte all'omonima struttura realizzata dal DuÖEAV (Deutscher und Österreichischer Alpenverein). Fu una vera e propria corsa contro il tempo a chi metteva la prima pietra, a chi tracciava un proprio sentiero. Dal momento che anche nell'Alto Garda c'era sentore che gli austriaci volessero costruire un rifugio sulle montagne di Arco, la SAT locale giocò d'anticipo. Nell'inverno del 1904 il delegato arcense Domenico Dell'Anna e Vittorio Stenico stabilirono così di realizzare un rifugio e dedicarlo a Prospero Marchetti, socio fondatore della Società Alpinistica Tridentina e primo presidente della sezione di Arco.
Il 7 ottobre 1906 venne inaugurata la struttura progettata da Carlo Marchetti e una prima ristrutturazione fu fatta nel 1922, dopo che venne danneggiata durante la guerra. Dopo il secondo conflitto mondiale ci fu una nuova ristrutturazione a opera della SAT di Arco e nel 1954 il rifugio venne dato in gestione ad Augusto Tambosi, quindi al gruppo Orsi dello Stivo. Un'altra importante ristrutturazione avvenne nel 1989, quando venne realizzato anche il punto panoramico sulla cima della montagna; si susseguirono le gestioni di Roberto Leonardi, Paolo e Matteo Calzà. La SAT centrale ha preso in mano la gestione del rifugio nel 2014, con una nuova ristrutturazione che ha migliorato la coibentazione e aggiunto una quota di energie rinnovabili alimentate da pannelli fotovoltaici, garantito qualche ampliamento ma senza stravolgerne la fisionomia. Alberto Bighellini ha preso in mano la gestione del Prospero Marchetti nel 2017.
La cartolina celebrativa del 90esimo anniversario dell'inaugurazione © archivio SAT Arco
La struttura
Il rifugio dispone di una cinquantina di coperti e 23 letti, con stanze di varie dimensioni, dai 3 letti in su. I bagni sono comuni, situati al piano terra e primo piano. A pagamento è disponibile il servizio di doccia calda. La cucina è tradizionale e sul sito internet o sulla pagina FB della struttura sono presenti webcam, informazioni su aperture e chiusure oltre a news su eventi culturali che spesso vengono realizzati al rifugio. Tendenzialmente il Prospero Marchetti è aperto durante l'estate e nel periodo natalizio, più i weekend.
La gestione
Alberto Bighellini ha 35 anni, viene dalla bassa veronese e ha frequentato le montagne dell'Alto Garda fin dall'infanzia, quindi ha imparato a fare il mestiere e ha trovato la sua dimensione sullo Stivo. «Ho lavorato nei rifugi per 12-13 anni, poi sono riuscito a prendere in gestione questo. Non sono un alpinista ma amo sciare, questa struttura è perfetta per me (quando c'è neve in inverno è meta di facili e gradevolissime escursioni scialpinistiche, ndr). Non è un rifugio remoto, non sei isolato dal mondo». Il Prospero Marchetti comunque non è una struttura "facile" per diversi motivi. «Il problema degli approvvigionamenti rimane, perché qua si porta tutto a spalle con due ore di cammino, in salita e in discesa. Per quel che non riusciamo a portare a mano, che sono una trentina di chili, serve l'elicottero. Che è una macchina meravigliosa, ma ha un costo molto elevato e nel 90-95% dei casi lo paghiamo noi. Si fanno tre-quattro voli l'anno, lo stretto necessario. Questo non è un posto per diventare ricchi, è un posto per chi ha passione».
Un tramonto invernale dallo Stivo. Sullo sfondo il Lago di Garda © archivio SassiGli itinerari
La maggior parte degli escursionisti che salgono allo Stivo lo fanno dal sentiero 608 e 608b (segnavia bianco-rossi), che si può prendere da Bolognano o poco sotto le Prese (opzione scelta nella quasi totalità dei casi), dove c'è il parcheggio più avanzato. In due ore, risalendo il versante sud-ovest, si giunge alla meta. Un altro itinerario molto gettonato è quello che parte da malga Campo e percorre il versante nord ovest, passando per cima Bassa (sentiero 623 e 617): anche in questo caso servono due ore. Infine si può anche salire da passo Bordala, sempre per il sentiero 623 - preso sull'altra direttrice- che taglia la montagna sul versante est per poi ricongiungersi con il 617 presso cima Bassa.
Di più ampio respiro e di grande soddisfazione la traversata integrale della catena di monti che porta fino a Trento, in località Viote al monte Bondone. Il percorso si può iniziare alle Prese, con pausa pranzo al Marchetti (da qui per il 617) e prosecuzione per cima Bassa, cima Alta, Palon e Cornetto, oppure in senso inverso, da nord verso sud, con pernotto al Marchetti. In entrambi i casi la traversata richiede 8 ore circa, è sconsigliabile in piena estate per le temperature elevate, mentre in inverno l'innevamento può rendere difficoltosi alcuni passaggi a chi non ha piede saldo e ramponi. L'itinerario è comunque valutabile come EE anche in bella stagione.
Alberto Bighellini, gestore del Prospero Marchetti © G. Sassi