Sono trascorsi due anni dalla tragica scomparsa di Juan Carrito, l’orso marsicano divenuto simbolo del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. La sua morte, avvenuta il 23 gennaio 2023 a causa di un investimento stradale, è una ferita ancora aperta per chi si impegna nella tutela dell’ambiente e della fauna selvatica. Juan Carrito non era un orso qualsiasi: la sua confidenza con l’uomo e le sue frequenti incursioni nei paesi del Parco lo avevano reso celebre, ma anche vulnerabile. La sua storia è un promemoria doloroso di quanto sia importante convivere responsabilmente con la natura e preservare l’equilibrio tra uomo e fauna.
Chi era Juan Carrito e cosa è successo
Juan Carrito era uno degli orsi marsicani più conosciuti del Parco. Figlio dell’orsa Amarena, era noto per la sua disarmante confidenza con gli esseri umani, che lo portava spesso nei centri abitati alla ricerca di cibo. Celebre per le sue “scorribande” nei paesi montani, aveva conquistato l’affetto di molte persone ma sollevato anche preoccupazioni sulla sua sicurezza e sull’interazione tra fauna e uomo.
La sua tragica fine è avvenuta in una fredda sera di gennaio lungo una strada di montagna, dove un’auto lo ha investito. Nonostante i tentativi di sensibilizzazione e i numerosi sforzi del Parco per monitorare e proteggere Juan Carrito, il rischio di un incidente stradale si è purtroppo concretizzato, spezzando la vita di questo esemplare così speciale e unico.
Il ricordo di Juan Carrito
Nel ricordare Juan Carrito, il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise invita tutti a riflettere sulle azioni concrete che possono essere adottate per prevenire tragedie simili e per garantire una coesistenza più armoniosa tra uomo e natura. Il post commemorativo pubblicato dal Parco sottolinea che i ricordi, per avere valore, devono trasformarsi in impegno quotidiano: “La cosa migliore da poter fare dunque, per rendere giustizia ai ricordi e dar valore alle esperienze del passato, è concretizzare la loro potenza nelle azioni di tutti i giorni, per rendere il mondo un posto migliore, per noi e per gli orsi".
Il Parco richiama tutti a una maggiore consapevolezza e responsabilità nei confronti della natura, ricordando che ciascuno di noi può contribuire a preservare la biodiversità e il delicato equilibrio ambientale. Il ricordo di Juan Carrito non è solo un omaggio alla sua vita, ma un invito a riflettere su come possiamo rendere il nostro rapporto con la natura più rispettoso e sostenibile. Il futuro degli orsi marsicani dipende anche dalle nostre scelte quotidiane, che possono fare la differenza tra la convivenza e la perdita di questi magnifici animali.
Cinque consigli per proteggere gli orsi e la fauna selvatica
Il Parco fornisce una lista di azioni pratiche per salvaguardare gli orsi marsicani e ridurre i rischi legati all’interazione con l’uomo:
- Non lasciare mai cibo accessibile agli orsi, né volontariamente né involontariamente.
- Gestire correttamente gli scarti alimentari e i rifiuti: gli allevatori dovrebbero evitare di lasciarli all’aperto, poiché attirano sia animali domestici che selvatici.
- Costruire recinzioni sicure per pollai e orti, utilizzando materiali resistenti e non fatiscenti.
- Guidare con prudenza sulle strade di montagna e non inseguire mai gli animali con le automobili.
- Evitare la diffusione immediata di foto e video di orsi, per non attirare curiosi e ridurre il disturbo alla fauna selvatica.