Potrebbero essere di un alpinista russo i resti mummificati trovati la settimana scorsa nei pressi del Campo base del K2 da Riccardo Selvatico, fotografo della spedizione alpinistica “K2-70” organizzata dal Cai. L'alpinista potrebbe essere uno tra Yuri Uteshev, Alexander Foigt, Arkady Kuvakin e Petr Kuznetsov, che, il 18 agosto 2006, furono travolti da un lastrone di neve che si era staccato dalla calotta sommitale e che li aveva trascinati a valle.
Matteo Bertolotti ha esaminato un breve filmato commemorativo, disponibile su Tik Tok, dove, in un'inquadratura, s’intravede Arkady Kuvakin con indosso il capo loggato Bask. Con molta probabilità il corpo appartiene quindi a lui. La salma è stata collocata al Gilkey Memorial, dove sono ricordati tutti gli alpinisti morti sul K2.
La nuova ipotesi ha preso corpo dopo la lettera che l'azienda russa Bask ha mandato alla redazione di Planetmountain.com, che la scorsa settimana ha dato notizia del ritrovamento dei resti mummificati.
«La fotografia dei resti ritrovati, pubblicata nell'articolo, mostra abiti realizzati da noi - l'azienda russa Bask, fondata nel 1992. Il logo Bask sugli abiti è stato utilizzato in questo stile solo dal 2002», si legge nella lettera, che smentisce la prima ipotesi secondo la quale i resti apparterrebbero a uno degli alpinisti spagnoli morti nel 1987 durante un tentativo di apertura di una nuova via.
Se quel logo viene utilizzato dal 2002, infatti, argomentano dalla Russia, è impossibile che lo scalatore ritrovato sia morto nel 1987. «In virtù delle nostre attività, manteniamo buoni rapporti con la comunità alpinistica, siamo informati su tutte le salite significative e ne abbiamo sostenute e continuiamo a sostenerne molte», continua la lettera. «Abbiamo motivo di credere che i resti ritrovati possano appartenere a uno scalatore russo, nostro buon amico».
Il Club alpino italiano, informato dalla redazione di Planetmountain.com (a cui vanno i più sentiti ringraziamenti), ha già provveduto a prendere contatto con la Federazione alpinistica russa (Russian Mountaineering Federation) per fare chiarezza sulla questione.
Il testo della lettera ricevuta da Planetmountain.com
Dear sirs and madams,
In your article “K2-70, trovati i resti mummificati di un alpinista” dated from June 13 2024, there is a piece of information that cannot be true. In your issue it is said about the remains of a climber found between the Base camp and K2 glacier. The authors note that “the brand of his T-shirt suggests that the remains belong to one of the Spanish climbers who died in 1987”.
The photograph of the found remains, published in the article, shows clothing made by us - Russian company BASK, founded in 1992. The BASK logo on the clothing shown has only been used in this style since 2002. Which means that, the assumption, that the found climber died in 1987 cannot be true! If this assumption is not refuted, a mistake may occur, as a result of which the remains will be buried under someone else’s name, and the relatives of the deceased will be deprived of the opportunity to bury their loved one in their homeland.
For over thirty years we have been developing and manufacturing mountaineering apparel and equipment. By virtue of our activities, we maintain good relations with mountaineering community, we are informed about all the significant climbs, and have supported and continue to support many of them. We have reason to believe that the remains found, may belong to Russian climber, a good friend of us.
We kindly ask you to help us confirm or refute this assumption and restore the real picture of the events described in the article - in memory of all the climbers who did not return. We ask you to publish this appeal on PLANET MOUNTAIN.COM resource, so that the decision to bury the found remains at Gilkey Memorial is suspended until the real name of the deceased is determined.
For our part, we are intended to inform Russian Mountaineering Federation about the current situation and initiate sending an official request to foreign consular offices of the Russian Federation in order to make possible the participation of Russian officials in the investigation of described circumstances.
With hope of restoring the truth,
BASK company Team
www.baskcompany.ru