Renato Casarotto“Una stupida bravata”, così ha definito il sindaco di Arcugnano (Vicenza) l'atto vandalico che ha interessato la targa dedicata a Renato Casarotto e posta nella frazione di Sant’Agostino. Alcuni ignoti hanno divelto la targa commemorativa con la foto dell’alpinista e danneggiato la teca eretta in suo onore. Il gesto ha suscitato sdegno nella comunità locale, che da anni custodisce con orgoglio la memoria di uno dei più grandi scalatori italiani.
Il sindaco ha escluso che il danno possa essere stato causato da eventi meteorologici: “Purtroppo, credo proprio si sia trattato di una stupida bravata, che offende la memoria di un nostro illustre concittadino” ha dichiarato prima di ringrazianre il gruppo locale degli Alpini, che si sono subito impegnati per ripristinare la teca, sottolineando il supporto dell’amministrazione comunale per eventuali necessità.
L’atto vandalico che ha colpito la targa di Casarotto non è solo un danno materiale, ma un affronto alla memoria collettiva. I luoghi di commemorazione sono simboli di storia e identità, rappresentano il ricordo di chi ha lasciato un segno indelebile nella comunità e nel Paese. Episodi come questo devono far riflettere sull’importanza di educare al valore della memoria.
La targa danneggiataNato ad Arcugnano nel 1948, Renato Casarotto è stato un alpinista di straordinario talento, noto per le sue ascensioni in solitaria e in condizioni invernali estreme. Le sue imprese hanno segnato la storia dell’alpinismo: dalle scalate nelle Dolomiti e sul Monte Bianco fino alle Ande e al Karakorum.
Il suo nome è legato in particolare al K2, dove nel 1986 perse la vita a soli 38 anni. Dopo aver completato un’impresa solitaria sulla difficile via degli Americani, durante il rientro al campo base scivolò in un crepaccio, morendo poche ore dopo.