Ravizza e Filippi alla riscoperta delle radici sulla Roccia Nera

La cordata ha aperto "La forza dei padri", prendendo spunto dalla salita dei Frachey con Cetti Serbelloni. "Ci siamo chiesti come abbiano fatto a salire nel 1952".
In apertura sulla Roccia Nera © G.Ravizza, C.Filippi

Giovanni Ravizza e Carlo Filippi hanno aperto sulla parete settentrionale della Roccia Nera "La forza dei padri" una via di misto (470 metri, M7, Ai4+, 90°) che ripercorre in parte la Frachey-Serbelloni, un itinerario del 1952 di Ernesto e Oliviero Frachey, con Francesco Cetti Serbelloni. Le due guide della val d'Ayas avevano ingaggiato al tempo una sfida davvero estrema. Sulla rivista mensile del CAI dell'epoca la via viene così descritta: "Formidabile ed impressionante itinerario di grandissimo impegno per la verticalità sconcertante e l'esposizione più assoluta. Le difficoltà di ghiaccio e di roccia sono tali da richiedere esperienza, preparazione e capacità non comuni".

Il tracciato della Frachey-Serbelloni © archivio CAI

Il richiamo di quella parete ha sedotto, più di settanta anni dopo, anche Ravizza e Filippi. La guida alpina torinese ha così descritto l'esperienza vissuta. "Incuriositi dalle condizioni sulla Roccia Nera siamo andati a mettere il naso. Da una foto con il drone di Marco Malcangi noto una colata di ghiaccio a sinistra della classica Grassi e subito scatta la molla. Preventivamente mi documento sul Buscaini e vedo che grossomodo la linea di ghiaccio potrebbe intersecare quella di una via già esistente, di cui, a quanto cita la guida, non si conoscono ripetizioni (...). Il fatto che sulla stessa porzione di montagna ci sia una via salita settanta anni fa non frena la  curiosità, anzi, la alimenta. Con Carlo Filippi ci lanciamo all'avventura e ne esce una linea pazzesca con tutto il repertorio di misto di alto livello in goulotte: crosticine verticali di neve pressata e passaggi in dry strapiombanti, il tutto senza materiale né sui tiri né alle soste. Man mano che saliamo ci chiediamo come abbiano fatto nel 1952 a salire per di qua sicuramente erano di un'altra pasta rispetto a noi...Troviamo solo due chiodi alla penultima sosta, probabilmente il tracciato percorso dai primi salitori era un po' diverso dal nostro e più zigzagante. Un vero plauso al mio socio che ha aperto in testa i due tiri più duri, con runout niente male".

Sulla bella linea de "La forza dei padri" © G.Ravizza, C.Filippi

 

La cordata si è mossa nel massimo rispetto dei predecessori e con grande ammirazione per quelli che vengono appunto indicati come dei padri putativi. "La linea da noi percorsa non sappiamo se possa considerarsi una nuova linea, ma poco ci interessa, la speranza è che sia ripetuta negli anni a venire. Il nome che accostiamo alla Frachey-Cetti Serbelloni è un omaggio ai nostri precursori che vivevano della nostra stessa passione". Il grado indicato nella relazione di Ravizza si spinge fino a M7, Ai4+, 90°, ma ovviamente gli apritori si rimettono a future ripetizioni per la conferma. La relazione dettagliata è reperibile sulla pagina Facebook di Ravizza.