Quindici anni fa ci lasciava il grande Mario Rigoni Stern

Il 16 giugno 2008 ci lasciava Mario Rigoni Stern, uno dei più importanti esponenti letterari del Novecento. Un breve ricordo.

«La primavera, non l'autunno, è la stagione per morire. Ha un odore preciso, definito, umido, fresco, vitale. Quel profumo ti promette che la vita continua anche se te ne vai; e questo è meraviglioso».

Mario Rigoni Stern se ne andò quindici anni fa, appena cinque giorni prima dell’inizio formale dell’estate. A metà giugno il caldo ha già pervaso la pianura veneta di un’atmosfera indolente. L’umidità si appiccica al corpo, appesantendolo, e l'industrializzazione diffusa disperde vapori invisibili che “profumano” di bitume.

Mario Rigoni Stern - ©Adriano Tomba

Sul suo Altipiano dei Sette Comuni, nonostante le trasformazioni sociali e paesaggistiche subite negli ultimi settant’anni, sono rimaste integre ampie aree verdi e la quota riesce ancora a preservare dalle ondate di calore. In questo periodo la natura è in fermento e con essa le persone

Un vento fresco scende dalle montagne a nord, spazzando i raggi troppo caldi del sole e distribuendo tra le case l’odore di resina raccolto tra le distese di abeti rossi. I residui di neve si sciolgono, offrendo ai terreni l’acqua per dissetare prati e fiori. Gli insetti tornano ad abitare i pascoli insieme alle greggi. Le marmotte, meno paffute dopo il letargo, si chiamano di sasso in sasso. Gli uccelli, rinfrancati dal ritrovato tepore, tagliano il cielo con acrobazie imprevedibili. In questo periodo nascono nuovi amori oppure si consolidano quelli antichi. 

In questo periodo «la vita continua anche se te ne vai»