1900 firme raccolte in meno di un anno
da persona a persona, non online, grazie a un impegno collettivo che ha coinvolto decine di volontari che hanno girato la
Valle D'Aosta, da Ayas a Valtournenche, da Courmayeur a Pont-Saint-Martin, presentandosi alla porta delle case dei valdostani per un confronto vero.
Questi i risultati della petizione
“Salviamo il Vallone delle Cime Bianche. Unico per natura, storia e cultura”, che
Cai Valle d’Aosta e comitato
Ripartire dalle Cime Bianche hanno rivolto ai valdostani per chiedere al
Consiglio regionale della Valle D’Aosta di
«mettere da parte ogni proposito di realizzazione di nuovi impianti di risalita nel Vallone, ancor più anacronistici con la rapidità dell’evoluzione climatica».
Non solo, il testo chiede ai consiglieri regionali di predisporre uno specifico piano di gestione del vallone della Val d’Ayas,
«meglio se nell’ambito di un Parco in continuità con il Parco dell’Alta Val Sesia», e di predisporre «al più presto un programma pluriennale di studio, documentazione e valorizzazione della estrazione e lavorazione della pietra ollare ad Ayas e nel Vallone delle Cime Bianche».
La conferenza di oggi ad Aosta © Cai Vda
Un patrimonio da valorizzare e non dissipare
Questa mattina ad
Aosta, presso la sede della Sezione Cai locale, sono stati presentati e commentati i risultati della petizione citati in apertura.
«Abbiamo voluto dare voce alle valdostane e ai valdostani che ritengono che il patrimonio di questa regione (ambiente, beni culturali, paesaggio, bellezza) vada valorizzato e non dissipato. Il Vallone delle Cime Bianche rappresenta un caso emblematico. La risposta è stata ampia con un sostegno diffuso: ritengo di poter dire che una parte maggioritaria della popolazione condivida questa visione», ha affermato Marcello Dondeynaz, referente di “Ripartire dalle Cime Bianche” e componente della Commissione interregionale tutela ambiente montano Liguria, Piemonte, Valle D'Aosta del Cai. «Il Consiglio regionale si deve confrontare con la richiesta di salvaguardia del Vallone. Ritengo inammissibile che la Regione non abbia mai risposto alla diffida del Cai e delle maggiori associazioni ambientaliste a non dare avvio alla studio di fattibilità del collegamento funiviario».
Uno sviluppo economico attento all'ambiente
Ad Aosta è intervenuto il Presidente generale del Cai
Antonio Montani, che ha sottolineato:
«non amiamo la contrapposizione tra montanari e cittadini, tra ambiente ed economia. Se si guarda al medio termine, esistono altre soluzioni molto competitive che consentono uno sviluppo economico senza aggressioni all'ambiente montano. Amiamo le montagne e vorremmo che anche le generazioni future ne potessero apprezzare la peculiarità naturali e culturali».
Montani ha aggiunto che la sua presenza oggi ad Aosta ha avuto l'intento di «far sentire la
vicinanza dell'intero corpo sociale ai nostri Soci valdostani.
«Il valore naturalistico delle Cime Bianche trascende i confini della regione, sta a cuore agli amanti delle Terre alte di tutto il nostro Paese».
Sulla stessa lunghezza d'onda il presidente del Cai Vda
Piermauro Reboulaz, che fatto notare come l'eco della petizione abbia fatto
salire il numero degli escursionisti sui sentieri del Vallone.
«Il valore delle Cime Bianche è intrinseco, non c'è bisogno di interventi invasivi e impattanti da parte dell'uomo per valorizzarlo. Sono sufficienti quelli “leggeri”, come la manutenzione dei percorsi escursionistici».
Reboulaz ha chiuso il proprio intervento citando un proverbio in patois (
Fà-toutdzòor vardé an pomma pè la fàn) che, tradotto, recita:
Bisogna sempre tenere da parte una mela per la sete.
Escursionisti nel Vallone delle Cime Bianche © Citam Lpv
Impegno e vicinanza
Oltre alla petizione, Cai Valle D'Aosta e comitato “Ripartire dalle Cime Bianche” hanno avviato una
campagna informativa di sostegno alle proposte di valorizzazione delle unicità del Vallone delle Cime Bianche. Sono state stampate
30.000 copie di un
pieghevole informativo,
25.000 delle quali già distribuite. La diffusione proseguirà nelle prossime settimane.
Dondeynaz ha infine sottolineato l'apporto delle tante persone che si sono impegnate in questa campagna, il sostegno di quanti hanno voluto prendere la parola e inviare il loro punto di vista, personale e intenso, con brevi messaggi video, e l'appoggio esterno, nato dal suggerimento di persone, ospiti storici della Valle d’Aosta, con l’invio di mail personalizzate al Comune di Ayas e alla Regione Autonoma Valle d’Aosta per la salvaguardia del Vallone (ad oggi più di 450).
Avendo superato le 500 firme, la petizione sarà discussa in Consiglio regionale.
«Precediamo di depositarla all'inizio di ottobre», conclude Dondeynaz.