Purja e Mingma G senza ossigeno sullo Shisha Pangma, e adesso?

Le autorità hanno reso obbligatorio l'uso delle bombole sopra i 7000 metri di quota, ma i due nepalesi contano su una deroga. E gli altri? Anche il nostro Mario Vielmo è in spedizione
Mingma G © Mingma G

 

Come già aveva fatto Nirmal Purjal, anche Mingma G Sherpa ha annunciato che scalerà lo Shisha Pangma senza ossigeno supplementare. Questo nonostante le nuove regole introdotte dalla CTMA, il sodalizio alpinistico cino-tibetano che impongono agli scalatori di usare ossigeno sopra i 7.000 metri sugli Ottomila tibetani.

Mingma G ha messo la ragion di stato, la sua, davanti alle richieste delle autorità. «Con lo Shisha Pangma, spero che il Nepal entri nel club degli Ottomila senza ossigeno - ha dichiarato-. Nirmal Purja e io proveremo almeno a far sì che ciò accada». Nessun nepalese infatti ha scalato tutti i 14 Ottomila senza ossigeno supplementare. Mingma G afferma che lo farà per il Nepal, anche perché Purja è sì nato nella sua stessa nazione, ma ha passaporto britannico. Si tratta quindi di una sfida diretta alle regole imposte? In realtà la questione sembra più sfumata.

“L'ossigeno deve essere utilizzato durante tutto il percorso sopra i 7.000 metri” CTMA

La CTMA ha chiaramente affermato in un documento rilasciato a tutte le squadre straniere che «L'ossigeno deve essere utilizzato durante tutto il percorso sopra i 7.000 metri». Non è l'unico passaggio che lascia perplessi riguardo al documento rilasciato. Al punto 1 per esempio si invita a «seguire una via tradizionale in salita e in discesa, senza cambiare itinerario durante il tentativo». La richiesta sembra piuttosto un tentativo per scaricare le responsabilità: come si può suggerire di rimanere fedeli a una via pre-esistente nel momento in cui la progressione può essere inficiata da condizioni meteo o del manto nevoso che possono suggerire una variante? Discutibile anche il punto 3, dove si afferma che «ogni scalatore straniero deve essere seguito da una guida». Cosa ne sarà dei tentativi in solitaria o di team esperti ma non abilitati professionalmente?
Tornando alla questione ossigeno, sembrerebbe che l'unico modo per scalare senza bombole sia ottenere un permesso speciale dall'associazione. Non è chiaro se Purja e Mingma lo abbiano, ma anche fossero stati autorizzati, si solleverebbe un'altra questione. In base a quali requisiti viene concessa l'esenzione al divieto? Il curriculum? E nel caso, valutato da chi?

Nirmal Purja © N. Purja

Mingma G ha parlato, ma la sua spiegazione sembra confondere ulteriormente le acque. «Avevano chiesto di usare l'ossigeno, ma potrebbero scusarci perché siamo del team dell'anno scorso e ho rinunciato alla mia spedizione per salvare altri». In buona sostanza, l'alpinista nepalese potrebbe andare senza bombole in quanto la sua spedizione - antecedente il divieto- era stata interrotta per cause di forza maggiore. E gli altri? Cosa ne sarà del tentativo di Mario Vielmo, che questa primavera si è visto negare il permesso di salita e che lo scorso anno aveva dovuto rinunciare dopo che il governo cinese aveva "chiuso" lo Shisha Pangma in seguito alla morte di Anna Gutu e Gina Rzucidlo e dei loro accompagnatori? Nel suo caso c'è stata una duplice rinuncia in seguito alle decisioni delle autorità prima dell'attuale bando, ne terranno conto?

Mario Vielmo © M. Vielmo

La "gara" delle due alpiniste ai 14 Ottomila d'altronde è alla base delle decisioni della CTMA. Ognuna delle due donne puntava a diventare la prima statunitense a raggiungere la cima dei 14×8.000 e avevano accelerato la salita della montagna in condizioni pericolose. Una valanga ha ucciso Gutu e la sua guida Mingmar Sherpa. Meno di un'ora dopo, una seconda valanga ha ucciso Rzucidlo e la sua guida Tenjen Lama. Il tragico esito e la mancanza di leadership hanno scatenato un acceso dibattito nella comunità alpinisti.

L'atmosfera comunque sembra tutt'altro che rilassata a prescindere dalle decisioni legate all'utilizzo dell'ossigeno. Negli ultimi giorni il meteo è peggiorato, causando danni alla tenda dei due nepalesi. Sullo Shisha Pangma, se alle abbondanti nevicate seguissero condizioni ventose, si verificherebbero condizioni pericolose piuttosto a lungo. C'è da sperare che il buon senso prevalga in tutti.