Il premio nacque da un'idea del maestro Carlo Tognarelli e il suo nome richiama il fuoco del grande panevìn della vigilia dell'Epifania, una tradizione particolarmente radicata ad Arcade (Treviso), considerata la capitale di questa usanza. Il sociologo ed etnologo Claude Lévi-Strauss, tra i padri dello strutturalismo, sosteneva che il fuoco segnò il passaggio dalla natura alla cultura, concetto che si riflette nello spirito del premio.
Da sempre organizzato dagli alpini di Arcade, il concorso conserva una forte tradizione solidale: metà della somma vinta dai premiati deve essere destinata a un’associazione o ente umanitario scelto dall’autore.
Intervenendo alla cerimonia, il presidente dell’Associazione Nazionale Alpini, Sebastiano Favero, ha sottolineato come l’individualismo sia un tarlo che rischia di compromettere la società, mentre ha elogiato il valore dello stare insieme, del “fare cordata”, come opportunità per guardare al futuro con fiducia e pragmatismo.
Il presidente della giuria letteraria, Sergio Tazzer, ha evidenziato alcune caratteristiche riscontrate nei testi valutati: una scrittura più sicura e fresca, meno intimista, con tematiche non banali e una presenza femminile più marcata. Ha inoltre notato una rappresentazione della montagna meno mitizzata e più umana, con riferimenti a temi di stretta attualità, come il conflitto russo-ucraino e la violenza sulle donne.
Il presidente del comitato organizzatore, Leonardo Migotto, ha ringraziato gli scrittori che, nel corso dei trent’anni del premio, hanno inviato quasi tremila racconti, creando una vera e propria enciclopedia di emozioni e riflessioni.
I vincitori della trentesima edizione sono:
Fiorella Borin, vincitrice del primo premio, ha devoluto metà della somma ricevuta al progetto Arca, che sostiene i senzatetto.
Il secondo premio è andato a Jacopo Grassini, di Capiago Intimiano (Como), con il racconto Come quando la nebbia prende a salire. Ha scelto di destinare la sua parte del premio alla Sezione CAI di Capiago per progetti dedicati ai giovani.
La terza classificata, Stefania Pillon, di Belluno, ha ricevuto il riconoscimento per Le cose verranno da sé, devolvendo metà della vincita al reparto di Pediatria dell'ospedale di Belluno.
Sono stati assegnati anche due premi speciali:
Premio speciale Ugo Bettiol per il miglior racconto su un tema di particolare attualità a Francesco Paloschi, di Mestre, con Su ali d’aquila.
Rosa d’argento, in memoria del fondatore Carlo Tognarelli, per il miglior racconto che valorizza la figura femminile a Aurora Cantini, di Bergamo, con La bambina con le trecce.
Fonte: ANA Sezione di Treviso - Gruppo di Arcade