Archil BadriashviliAi Piolets d’Or 2024 una rappresentanza femminile della Georgia ha ricordato la figura di Archil Badriashvili, l’alpinista georgiano che ha perso la vita lo scorso agosto a causa di un fulmine sul Monte Shkhelda (4.338 m), nell’area nord-occidentale della Georgia. Archil, assieme ai connazionali Baqar Gelashvili e Giorgi Tepnadze aveva vinto il Piolet d’Or 2022 per la salita dei 2300 metri della parete nord-ovest (difficoltà ED2) del Saraghrar nord-ovest, montagna di 7300 metri nell’Hindu Kush pakistano al confine con l’Afganistan.
Le georgiane Rusudan Badriashvili, sorella di Archil e sua manager nelle spedizioni, e Sopio Beridze, fidanzata di Baqar Galashvili, assieme alla svizzera Sarah Jane Schmid, cara amica e compagna di sciate e arrampicate di Archil e di Giorgi Tepnadze, sono state invitate a San Martino di Castrozza come nel 2022, quando accompagnarono tutte Archil e i compagni a Briançon, per ricordarlo e vivere preziosi momenti di commemorazione condivisi. Durante la cerimonia di premiazione Rusudan e Sopio si sono strette in un minuto di silenzio sul palco assieme alle mogli di Kazuya Hiraide, Shoko, e Kenro Nakajima, Tae, i due fortissimi giapponesi venuti a mancare anch’essi nel 2024, in luglio, durante la salita della parete Ovest del K2.
Quello del “chi resta” quando scompare in montagna un alpinista che ha raggiunto grandi obiettivi è un tema che rappresenta l’altra faccia della medaglia di un’attività tanto appassionante e totalizzante quanto rischiosa. E spesso si tratta di donne.
Ma Rusudan, Sopio e Sarah, partecipi e commosse durante i vari momenti di incontro a San Martino di Castrozza, hanno trasmesso anche grande energia con la loro presenza e partecipazione per l’eredità lasciata da Archil. Abbiamo chiesto loro le motivazioni profonde che le hanno portate ai Piolets 2024.
Il ricordo di Archil Badriashvili
Sopio Beridze, unica glaciologa donna in Georgia e storyteller per NatGeo ha ricordato Archil così: "Due anni fa eravamo tutti assieme ai Piolet con i nostri due ragazzi. Era un bel giorno per la Georgia, la prima volta che degli alpinisti georgiani ricevevano il piolet e loro insieme erano un bel gruppo, sia come amici che come uomini di sport. Abbiamo trascorso sempre tanto tempo assieme. Quella di Briançon fu per tutti una giornata di gloria e di vittoria. Siamo tornate quest’anno ai Piolet, invitate dallo staff organizzatore, per celebrare la memoria di Archil come due anni fa. Anche noi siamo molto amiche e assieme con lo staff dei Piolets, ci sentiamo come una famiglia. Archil in Georgia aveva creato tre mesi fa una scuola di arrampicata e ora altri stanno stanno portando avanti il suo lavoro".
La sorella di Archil, Rusudan Badriashvili aggiunge: “Mio fratello credeva nelle connessioni e nella comunità internazionale degli alpinisti. Con Christian Trommsdorff (Presidente del Groupe de Haute Montagne e organizzatore del Piolets d’Or, ndr) avevano cominciato a ideare un programma di scambio, con i nuovi alpinisti principianti della Georgia che sarebbero venuti sulle Alpi a imparare e e viceversa, alpinisti delle Alpi che sarebbero venuti a vedere e vivere le nostre magnifiche montagne. Archil ci teneva tantissimo a mostrare al mondo le montagne del Caucaso e l’alpinismo georgiano".
Il ricordo sul palco del Piolet d'Or © Piotr Drozdz/Piolets d’OrL’amica Sarah Jane Schmid, che aveva partecipato con Archil ad alcune spedizioni fino al campo base: “Ho vissuto le montagne del Caucaso assieme a Archil e Giorgi sia in estate che in inverno, sono montagne che hanno ancora un carattere ‘selvaggio’. Erano contenti di avere con sé una donna perché in Georgia c’è una comunità molto piccola e lo sport non è ancora considerato nella società. Archil lavorava spesso in televisione per provare a sensibilizzare i connazionali su cosa si fa in montagna e per divulgare quale sia lo spirito profondo che anima l’alpinismo. O almeno il suo alpinismo: Archil aveva uno spirito romantico e filosofico nel suo modo di vivere la montagna, un po’ diverso da come lo si vive in Europa occidentale, dove è molto più tecnico: in questo suo spirito ho trovato molte corrispondenze: era una porta per me”.
Chiedo infine a Rusudan a che punto è la frequentazione della montagna da parte delle donne in Georgia: “All’inizio della nostra storia c’è stata Alexandra Japarize (Alexandra Japarize: 1895-1974 con all’attivo più di cento salite nella catena del Caucaso, ndr) una figura di cui siamo molto orgogliosi: era la favorita di mio fratello. Oggi ci sono ancora poche donne che praticano e nella scuola di alpinismo che Archil aveva fondato si stava attivando per dare anche a loro più conoscenza, sia pratica che tecnica”.