Pier Giorgio Frassati spiegato ai più giovani, aspettando la canonizzazione

Il libro di Luca Diliberto è illustrato da Michele Bizzi, disegnatore di Topolino. Presto in tutte le librerie anche il libro sui Sentieri Frassati di Antonello Sica.
Un'illustrazione di Michele Bizzi tratta dal libro.

Sarà capitato a qualche nonno spiegare ai nipotini il perché del proprio nome, e sentirsi magari chiedere: “Ma allora ti chiami come uno famoso?”. La differenza stellare di età, che oggi è ancor più enorme per via dei cambiamenti sempre più veloci e radicali apportati dalla tecnologia, fa sì che spesso l’ispiratore del nome sia un perfetto sconosciuto agli occhi dei giovani contemporanei (succede anche con i genitori). E passi se magari ci si trova a spiegare la vita di qualche santo piuttosto rinomato, ma se invece che una Lucia o un Pietro c’è un Pier Giorgio, vale la pena raccontare tutta la storia. Ed è quello che fa il protagonista del libro di Luca Diliberto, Pier Giorgio Frassati e la società dei tipi loschi, di Luca Diliberto, illustrato da Michele Bizzi (pp. 80, 12,50 euro, In dialogo 2025 - dai 12 anni).

Un’opera pubblicata per parlare al pubblico che Papa Francesco ha voluto coinvolgere più di tutti nella prossima canonizzazione di Frassati, fissata il 3 agosto a Roma durante il Giubileo dei Giovani. Frassati che è stato voluto come patrono delle Confraternite e dei giovani dell’Azione Cattolica Italiana, nel cui ambito è nato anche l’editore In dialogo.

La copertina del libro.

La storia

La storia di Frassati si legge davvero con facilità: viene raccontata dalla nascita nel 1901, alla morte precoce nel 1925, per una forma fulminante di poliomielite. Erano proprio gli anni in cui questa malattia aveva un tasso di mortalità molto alto, soprattutto fra i bambini o comunque i più giovani, d’estate e nelle città: condizioni tutte allineate nel caso di Pier Giorgio. I medici erano al lavoro dai primi del ‘900 per capirne di più, ma le vaccinazioni su larga scala sarebbero arrivate solo negli anni ’50. 

E come l’aveva contratta? Probabilmente facendo visita alle tante famiglie povere della sua Torino: là dove suo padre, Senatore del Regno d’Italia politicamente liberale e vicino a Giolitti, aveva fondato e dirigeva “La Stampa”, uno dei più importanti quotidiani nazionali, prima di diventare ambasciatore in Germania. 

Lui che era dunque figlio di una ricca famiglia borghese, e avrebbe potuto spassarsela senza troppi pensieri, usava quella ricchezza per fare del bene. E questo chiamava fortemente in causa i suoi amici e chi vedeva quello che faceva: come si poteva restare indifferenti a tanta abnegazione? E infatti lo si seguiva: nel gruppo della Gioventù Cattolica, che aveva contribuito a fondare nella sua parrocchia alla Crocetta (dove parecchi anni dopo sarebbe arrivato un giovane di nome Luigi Ciotti). E poi in montagna.

Sì, perché Frassati aveva una grande passione per le alte vette. Da Torino facilmente raggiungeva le vicine Alpi, inerpicandosi sul ghiacciaio della Levanna o su quello del Monte Bianco, sul Piccolo San Bernardo o sulla Grivola, e tanti altri. “Sempre più desideroso di guardare le punte più ardite, provare quella gioia pura che solo in montagna si ha” come scrisse in una delle sue molte lettere. Era socio CAI, Frassati, e con il CAI aveva iniziato ad andar per sentieri.

Era troppo piccolo per combattere durante la Prima guerra mondiale, ma forse per la libertà che respirava in montagna, oltre che per la sua fede assoluta nella giustizia e nell’altruismo, si schierò (come suo padre) fin da subito contro il Fascismo, opponendosi anche fisicamente agli squadristi. E mise in guardia tutti coloro che lo circondavano da quel movimento nato illiberale e violento.

 

Gli autori

A questo punto chiunque potrebbe sentirsi schiacciato da un modello così inarrivabile: eppure, fu un ragazzo normale, fu perfino bocciato in latino e ogni tanto non aveva voglia di studiare, come tanti. E non vi anticipiamo cosa c'entrano i “tipi loschi” del titolo. Diliberto ce lo presenta proprio così, nella sua umanità e nella sua eccezionalità, ed è forse questo il merito del suo libro, splendidamente illustrato da Bizzi, non a caso disegnatore di Topolino, con una lunga carriera all’attivo.

Sarà che Diliberto insegna al Leone XIII, storico istituto milanese dei Gesuiti, e sa come rivolgersi ai ragazzi. Sa accendere curiosità per un modello che, al di là della sua fede religiosa, fu persona degna di nota, che spiccò in un mare di altre persone che, ieri come oggi, si fecero travolgere dal suo amore per la vita – che per lui ovviamente trovava la prima ispirazione in Cristo – oppure lo ignorarono, o perlomeno ignorarono le istanze che lo mossero.

Ieri come oggi: è importante sottolineare che questa storia è sì ambientata un secolo fa, ma presenta dinamiche relazionali e caratteriali valide sempre. Per questo lo possiamo leggere immedesimandoci nei fatti narrati ben oltre i 12 anni consigliati come età di lettura. Merito sicuramente di uno stile incalzante e di un linguaggio molto semplice ma mai semplicistico.

 

I sentieri Frassati

La morte di un giovane come Frassati colpì moltissime persone, che si strinsero vicino alla famiglia, nello stupore dei genitori e dell’amatissima sorella Luciana. Ma quella morte non rappresentò la fine, bensì un nuovo inizio: molte furono infatti le iniziative fioccate sulle orme caritatevoli di Pier Giorgio. Fra queste, parecchio tempo dopo, ci sono anche i 22 sentieri a lui dedicati (uno in ogni regione e provincia autonoma, più uno internazionale), fin da subito sostenuti e promossi dal Club Alpino Italiano. E vale la pena ricordare che a marzo sarà disponibile in tutte le librerie del Paese il volume L'Italia dei sentieri Frassati, scritto da Antonello Sica, che ne è l’ideatore, con Dante Colli (pp. 288, 35 euro, CAI Edizioni). Un libro importante, con centinaia di belle foto, impreziosito dalla cartografia di Albano Marcarini, per poter toccare con gli occhi la bellezza dei territori attraversati da questi itinerari, scelti per il loro interesse storico, culturale e religioso, di cui molto si può sapere anche grazie al sito www.sentierifrassati.org, appena rinnovato.

La copertina del libro.