Piemonte e Montagna: un piano per rilanciare le aree alpine

Presentato un piano per rilanciare le aree montane piemontesi con investimenti, governance rafforzata e sinergie tra istituzioni locali, nazionali ed europee.
Il Monviso © Pixabay

Un ambizioso progetto per il futuro delle aree montane piemontesi è stato presentato durante il convegno "Speranza Montagna", tenutosi a Green Pea, Torino. Il piano coinvolge Regioni, Comuni, Unioni Montane, la Città di Torino e la Città Metropolitana, con l’obiettivo di riorganizzare il sistema montano del Piemonte, rilanciando le comunità alpine e garantendo un sostegno concreto ai territori montani.

 

Rilancio delle Unioni Montane

La Regione Piemonte punta a rafforzare le Unioni Montane, rendendole più solide e capaci di gestire i 23 milioni di euro di investimenti previsti per il 2025. A supporto di questa visione, il modello prevede l’adozione di strategie come le Green Community e lo sviluppo delle Aree Interne.

Secondo Roberto Colombero, Presidente di Uncem Piemonte, “non c’è nuova economia dei territori senza una riorganizzazione istituzionale”. Le Unioni Montane devono diventare protagoniste di una governance locale che valorizzi la specificità delle aree alpine.

Torino e la cultura della montagna

Anche la Città di Torino torna a guardare alle Alpi con il rilancio del progetto "Torino Capitale delle Alpi", abbandonato 20 anni fa. L’obiettivo a lungo termine è la candidatura di Torino a Capitale Italiana della Cultura nel 2033, con un tema centrale: la cultura della montagna.

L’assessore Francesco Tresso e il vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo hanno sottolineato l’importanza di costruire sinergie tra Torino e i capoluoghi alpini, come Cuneo e Biella, in un’ottica di collaborazione europea. Questo approccio contribuirà a rafforzare la Strategia Macroregionale Alpina e il progetto Alp-Med.

 

Sfide e opportunità per i territori montani

Tra le priorità emerse nel convegno l’appello al Governo per il ripristino di finanziamenti destinati ai piccoli Comuni, essenziali per opere pubbliche e manutenzioni. A tal proposito, Uncem ha rilanciato l’idea che autostrade, aziende che estraggono terre rare e altri soggetti che utilizzano risorse pubbliche riconoscano ai territori montani una parte dei propri guadagni.

Anche il divario digitale è stato al centro del dibattito. L’accesso al 5G, alla banda ultralarga e ai segnali telefonici deve essere garantito ovunque, superando le limitazioni che affliggono le valli più remote.

Marco Bussone, Presidente nazionale di Uncem, ha sottolineato la necessità di una nuova legge elettorale che garantisca una rappresentanza adeguata ai territori montani. Ha inoltre auspicato che Piemonte, Lombardia e Veneto lavorino insieme a un nuovo Testo Unico degli Enti Locali (TUEL), in cui sia riconosciuta la specificità del governo della montagna.

Tra le proposte concrete emerse, anche l’idea di collaborare con il Museo Nazionale della Montagna e di creare un “Salone della Montagna 4.0”.

Il convegno ha messo in evidenza un punto fondamentale: solo attraverso una governance stabile e una collaborazione tra istituzioni locali, nazionali ed europee sarà possibile garantire un futuro sostenibile per le comunità alpine.