Un'immagine dal video di una delle ultime incursioni dell'orso Amarena
Giovedì 31 agosto, l’orsa Amarena, tra i più noti orsi marsicani che vivono nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, è stata uccisa a fucilate da un uomo alla periferia di San Benedetto dei Marsi, un comune in provincia de L’Aquila, fuori dall’area del parco e da quella contigua. L’uomo è stato identificato dal Guardiaparco e i carabinieri hanno aperto un’indagine.
Amarena, nome in codice F17, era considerata un “orso confidente”, nota fin dal 2016 per le incursioni nei borghi abruzzesi in cerca di cibo e protezione per lei e per ia sua nidiata di cuccioli.
Amarena era un esemplare molto prolifico, infatti nel 2020 aveva avuto e cresciuto quattro cuccioli: un numero inusuale per le femmine della specie che di solito partoriscono fino a tre piccoli. Juan Carrito faceva parte della cucciolata di Amarena. L’orso è morto a inizio 2023 dopo essere stato investito sulla strada statale 17, vicino a Castel di Sangro. M20, questo il suo nome in codice, era famoso per i suoi comportamenti confidenti nei confronti degli esseri umani. Questo tipo di atteggiamento deriva da numerosi fattori, ma potrebbe anche essere trasmesso dalla madre. Amarena aveva con se due cuccioli, che in queste ore vengono cercati dai guardacaccia del parco.
«Il Club Alpino Italiano non può che condannare senza se e senza ma un gesto come quello dell'uccisione dell'Orsa Amarena. Siamo consapevoli della complessità del tema e che i territori montani possano vivere situazioni di criticità date dalla presenza dei grandi carnivori. È dunque necessario un serio dialogo tra le istituzioni per un percorso di coesistenza condiviso. Gesti simili non potranno certamente portare soluzioni utili ma solo a un inaccettabile imbarbarimento dei conflitti». Queste le parole del Presidente generale del Club alpino italiano Antonio Montani.
Per il Cai e il suo Gruppo Grandi Carnivori, l'unica strada percorribile per arrivare a una coesistenza tra uomo e grandi predatori è quella dell'equilibrio, volto alla conservazione di queste specie, accompagnata però da una corretta gestione delle criticità. Occorre impegnarsi sempre di più su ricerca, monitoraggio, prevenzione dei danni, su una grande attenzione verso gli esemplari problematici, sulla gestione dei rifiuti nei centri abitati e su una corretta informazione sui comportamenti da tenere in caso di incontro ravvicinato. Serve prima di tutto però una seria presa di coscienza da parte di molti sull’importanza della natura e della sua biodiversità (spesso risultato della positiva interazione tra uomo ed ambiente) che dobbiamo incentivare e preservare. Serve senso della misura nelle parole e nei fatti.
Il Gruppo Grandi Carnivori ribadisce infine l’importanza che gli animali selvatici restino tali evitando il più possibile l’uomo e le sue infrastrutture e questo molto spesso dipende dai nostri comportamenti e dalle nostre azioni. Fondamentale quindi evitare di avvicinarsi, come se fossero un'attrazione, agli orsi confidenti che raggiungono anche i centri abitati. «Abituandoli a fidarsi delle persone - che purtroppo non sono tutte uguali, sensibili e rispettose - e a fonti alimentari inadeguate, li si espone maggiormente al pericolo di essere uccisi direttamente - come il caso in questione - o indirettamente, come nel caso del figlio di Amarena Juan Carrito».
Sulla propria pagina Facebook, il Parco ha definito l’uccisione dell’orsa «un fatto gravissimo». «Ovviamente non esistono motivazioni di nessuna ragione per giustificare l’episodio visto che Amarena, pur arrecando danni ad attività agricole e zootecniche, sempre e comunque indennizzati dal Parco anche fuori dai confini dell’Area contigua, non aveva mai creato alcun tipo di problema all’uomo», continua.
In molte occasioni, il parco aveva ribadito di evitare certi comportamenti, come dare del cibo e avvicinarsi. Gli agricoltori dovrebbero poi rimuovere la frutta dagli alberi e dai frutteti e installare recinzioni elettrificate. Il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, ha detto che «la notizia dell'uccisione rappresenta un atto gravissimo nei confronti dell'intera Regione, che lascia dolore e rabbia per un gesto incomprensibile». Marsilio aggiunge che è «pronto a costituire la Regione come parte civile».
Il depliant informativo del gruppo grandi carnivori, in caso di incontro ravvicinato