Papa Francesco e l'ambiente: un'eredità di speranza per la "cura della casa comune"

Papa Francesco, scomparso il 21 aprile 2025, ha lasciato un'eredità di impegno per la giustizia sociale e la tutela dell'ambiente, con l'enciclica Laudato si' che ha ispirato azioni concrete per contrastare la crisi climatica. La sua visione continua a guidare la riflessione sulla necessità di un cambiamento ecologico globale.
Papa Francesco © Pixabay

Il 21 aprile 2025, poco dopo l’alba del lunedì dell’Angelo, si è spento Papa Francesco, nato Jorge Mario Bergoglio, all'età di 88 anni nella sua residenza di Casa Santa Marta in Vaticano. La causa del decesso è stata un ictus cerebrale fulminante, accompagnato da un arresto cardiocircolatorio irreversibile, come confermato dal Vaticano.

 

L’impegno per l’ambiente

Il suo pontificato, durato 12 anni, è stato segnato da un profondo impegno per la giustizia sociale e la tutela dell'ambiente. In particolare, l'enciclica Laudato si', pubblicata nel 2015, ha rappresentato un appello accorato alla "cura della casa comune", sottolineando l'interconnessione tra crisi ambientale e crisi sociale. "Non ci sono due crisi separate, una ambientale ed un'altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale" aveva scritto. Attraverso le sue parole Papa Francesco ha evidenziato come l'inquinamento, il cambiamento climatico, la scarsità d'acqua e la perdita di biodiversità siano problemi globali che richiedono una "conversione ecologica" e un cambiamento di rotta nelle nostre abitudini di vita e nei modelli economici: "La coscienza della gravità della crisi culturale ed ecologica deve tradursi in nuove abitudini".

La sua visione ha ispirato il Movimento Laudato si', una rete mondiale che promuove azioni concrete per la “salvaguardia del creato”, coinvolgendo comunità ecclesiali e laiche in progetti di sostenibilità e giustizia ambientale

 

Il Papa e la crisi climatica

Affascinante è stata la concretezza scientifica con cui ha affrontato il tema del cambiamento e della crisi climatica, ponendolo al centro del suo pontificato. Nella lettera Laudate Deum del 2023, a seguire l’enciclica del 2015, scrive: “Per quanto si cerchi di negarli, nasconderli, dissimularli o relativizzarli, i segni del cambiamento climatico sono lì, sempre più evidenti. Nessuno può ignorare che negli ultimi anni abbiamo assistito a fenomeni estremi, frequenti periodi di caldo anomalo, siccità e altri lamenti della terra che sono solo alcune espressioni tangibili di una malattia silenziosa che colpisce tutti noi”. Una consapevolezza a cui fa seguito l’ammissione che “è verificabile che alcuni cambiamenti climatici indotti dall’uomo aumentano significativamente la probabilità di eventi estremi più frequenti e più intensi”, senza dimenticare l’aumento medio delle temperature terrestri che potrebbe portare a effetti importanti: “le calotte glaciali della Groenlandia e di gran parte dell’Antartide si scioglieranno completamente, con conseguenze enormi e molto gravi per tutti […] quello a cui stiamo assistendo ora è un’insolita accelerazione del riscaldamento, con una velocità tale che basta una sola generazione – non secoli o millenni – per accorgersene Probabilmente tra pochi anni molte popolazioni dovranno spostare le loro case a causa di questi eventi”.

"Spesso le voci che si levano a difesa dell’ambiente sono messe a tacere o ridicolizzate, ammantando di razionalità quelli che sono solo interessi particolari" concludeva cercando di porre l’attenzione su un tema spesso di difficile trattazione, in contrasto con gli interessi delle grandi economie mondiali.

Per chi ama la montagna e la natura, l'eredità di Papa Francesco rappresenta un invito a custodire con amore e rispetto il dono prezioso di questa Terra. Le sue parole e le sue azioni continuano a risuonare come un richiamo alla responsabilità e alla speranza.

"La vita umana è incomprensibile e insostenibile senza le altre creature".