Un momento della salita © Facebook Adam BieleckiBuone notizie dal Pakistan, dove il polacco Adam Bielecki e il canadese Louis Rousseau danno notizia di aver raggiunto la cima di due Seimila inviolati nella valle di Hunza. Si tratta, di due vette senza nome, utilizzate come salite di acclimatazione da parte dei due alpinisti che si stanno preparando per un progetto più impegnativo, ancora da svelare.
Partiti a metà settembre per il Pakistan, i due hanno allestito il loro campo base a circa 5000 metri in una valle laterale, isolata e impervia. Fissate le tende hanno iniziato la fase di acclimatazione, sfruttando le cime circostanti, tra cui le due senza nome salite in questi giorni.
Un momento della salita © Facebook Adam BieleckiLa salita
Due salite impegnative, quelle su cui si sono cimentati Bielecki e Rousseau. La prima, raccontano, li ha visti risalire un impegnativo couloir a 60 gradi, che li ha impegnati per 6 ore, prima di sbucare in cresta e proseguire su un delicato terreno ricco di pericolanti cornici di neve. Così fino alla prima cima. Ritornati sulla cresta sono scesi a intercettare un passo, a circa 5700 metri, da cui hanno iniziato l’avvicinamento al loro secondo obiettivo, ai piedi del quale hanno bivaccato. Il mattino successivo, seguendo una cresta molto tecnica, si sono mossi in direzione della vetta. “Dopo una notte abbastanza confortevole ma fredda, alle 8.15 del mattino abbiamo iniziato a scalare lungo una cresta complicata” spiega Bielecki. “La scelta del percorso era difficile, con valanghe a lastroni a minacciarci da sinistra e gigantesche cornici a sbalzo sulla destra. La salita era prevalentemente su ghiaccio, e le difficoltà erano più psicologiche che tecniche. L’angolo massimo era di 70°, il che non riflette la gravità della sfida”. Il racconto prosegue poi con un momento di estrema tensione: quando Rousseau è volato nel vuoto, frenando la sua caduta addosso a Bielecki. Incidente, fortunatamente risoltosi senza conseguenze, che non ha fermato i due. Infatti, alle 12.40 si sono abbracciati sulla vetta.
Una volta rientrati alla sicurezza del campo base hanno battezzato le cime rispettivamente Bologan Sar (Cima della patata), “non chiedetemi perché” commenta ironicamente Bielecki; e Zang Sar (Cima Arrugginita) “a causa del colore della roccia”.
Ora qualche giorno di riposo, prima di cimentarsi con l’obiettivo principale di questa spedizione.