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Su Othmar Prinoth si può dire, senza timore di smentita, che ci si trovava di fronte ad una persona che negli occhi aveva le montagne e gli occhi, si sa, sono lo specchio dell’anima e lui l’ha dedicata tutta, interamente, alla montagna in tutte le sue sfaccettature: a partire dal Soccorso Alpino, di cui era membro da quasi 50 anni, passando per l’Aiut Alpin e finendo con l’attività di Guida Alpina.
Insieme ad altri pionieri come Raffael Kostner, Gino Comelli e Wìlly Costamoling, è stato sin dagli albori crew member dell’Aiut Alpin, essendo di fatto uno dei primi verricellisti sul territorio italiano e per anni è stato attivo su questo, fino all’arrivo della malattia, che l’ha costretto ad allontanarsi per quella che ormai era diventata a tutti gli effetti una ragione di vita.
Oltre i confini alto atesini, Othmar era uno stimato e riconosciuto istruttore nazionale tecnici del CNSAS, nonché Guida Alpina Catores di lungo corso e per anni ha accompagnato nelle montagne della sua Val Gardena centinaia di persone.
Con la sua morte, a pochi mesi dalla dipartita di uno dei fondatori dell’Aiut Alpin Gino Comelli, tutto il popolo della montagna e del soccorso perde una di quelle figure che per decenni è stata punto di riferimento assoluto e fonte di sapienza e saggezza, con la convinzione che gli insegnamenti e le parole che sia Othmar che Gino hanno elargito rimarranno in eterno.