Osservatorio astronomico sulla Mufara, «mancano autorizzazioni e modifiche già prescritte»

Le associazioni di protezione ambientale siciliane, tra cui il Cai regionale, impugneranno gli atti finali e chiederanno la dichiarazione di incostituzionalità dell'art. 9 del D.L. 104/23. «L'unica strada rimane modificare il progetto e cambiare sito»
Il Monte Mufara © Mario Vaccarella

In merito alle notizie di stampa che periodicamente annunciano la definitiva approvazione del progetto dell’Osservatorio astronomico sulla Mufara e la prossima realizzazione dell’opera, le diramazioni regionali siciliane delle Associazioni di protezione ambientale Cai, Gre, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Rangers d'Italia e Wwf ribadiscono che tali notizie non rispondono allo stato delle procedure amministrative.

Due giorni fa è stato semplicemente convertito in legge il D.L. 104/2023 che all’articolo 9 prevede che gli osservatori sono dichiarati di interesse strategico e possono essere autorizzati anche in deroga a vincoli paesaggistici e urbanistici; ma l’articolo non sottrae queste opere dalle autorizzazioni ambientali che vanno comunque acquisite e non approva alcun progetto specifico, tantomeno relativo alla Mufara.

Per il progetto della Mufara, che ora dovrà essere esaminato ed approvato ai sensi del citato D.L. 104/2023,  mancano ancora il nulla osta dell’Ente Parco, l’autorizzazione paesaggistica della Soprintendenza, il parere del C.R.P.P.N. e il decreto dell’Assessore Regionale al Territorio e Ambiente previsto per le opere di interesse statale. Inoltre l’attuale progetto non è stato modificato in conformità al provvedimento di valutazione di incidenza ambientale reso dall’Ente Parco a giugno 2022.

Il fatto  di aver dovuto fare ricorso ad una norma derogatoria, come quella prevista dall’art. 9 del D.L. 104/2023, conferma la correttezza della posizione assunta dalle Associazioni di protezione ambientale da due anni e cioè che i vincoli di inedificabilità esistenti non consentono la realizzazione dell’Osservatorio.

In ogni caso le Associazioni Cai, Gre, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Rangers d'Italia e Wwf confermano che impugneranno l’atto finale che dovesse autorizzare i lavori anche per fare dichiarare l'incostituzionalità dell’art. 9 del D.L. 104/2023, e chiedono ancora una volta di evitare di forzare procedure e alimentare contenziosi, ma di perseguire invece le soluzioni alternative possibili proposte da mesi e che riguardano la ricerca di un sito alternativo (come Monte San Salvatore) e la contestuale modifica del progetto che prevede attualmente spazi e volumi edilizi non essenziali per la ricerca scientifica.  

Sostegno del Cai nazionale

«L’azione del Cai Sicilia e del suo Presidente, insieme alle altre Associazioni di protezione ambientale, è ampiamente condivisa e supportata dal Cai centrale, il quale aveva chiesto all’Esa di cambiare sito, sempre all’interno del Parco delle Madonie. Pur apprezzando l’iniziativa scientifica, la stessa non si coniuga con la sensibilità dell’area interessata, sia di natura forestale che geologica, con un sovraccarico di opere e infrastrutture in situ», afferma Mario Vaccarella, Delegato all'ambiente del Cai centrale. «Peraltro, nel sito di Monte Mufara, insiste l’accesso che porta al Sentiero attrezzato per Monte Quacella, che subirebbe un danno ambientale notevole. Oltremodo, anche l’attività di sci alpino potrebbe subire ripercussioni con la realizzazione dell’osservatorio, considerato che l’area è stazione di arrivo della seggiovia e nella pista attuale dovrà ricadere la strada di accesso per l’Osservatorio».