Mattia (sinistra) e Andrea (destra) con il contenitore di caffè con il libro di vetta © A. Gremes, M. ColmagroNicola Gremes e Mattia Colmagro hanno aperto il 13 agosto la via Giannina (320 m, V+) al Monte Ciarido (2453 m), nel gruppo delle Marmarole. L’itinerario sale sul fianco destro della montagna e offre una vista panoramica sui principali gruppi dolomitici cadorini. La via presenta difficoltà fino al VII grado ed è caratterizzata da protezioni miste. Le soste sono attrezzate con spit e chiodi, da integrare con friend. I tratti più semplici richiedono l'uso di protezioni veloci, mentre quelli più impegnativi sono protetti da chiodi o spit. La linea segue placche, diedri e creste, rendendola adatta a chi ha esperienza su vie alpinistiche. Nicola è un’aspirante guida del Trentino, innamorata di queste montagne che rimangono più nascoste rispetto ad altre località più conosciute e battute. “In zona tutti conoscono e frequentano l’Antelao o il Civetta, le Tre Cime e più in generale le montagne che circondano il Cadore. Io e la mia fidanzata abbiamo una casa a Lozzo di Cadore e ci siamo trasferiti lì nel 2020, durante il lockdown. Abbiamo iniziato a scalare in zona e suo fratello è presto diventato mio compagno di cordata”.
Andrea in azione sul primo tiro durante la ripetizione della via © A. Gremes, M. ColmagroNel frattempo ha riaperto il rifugio Ciareido, in un'area che si presta a escursioni in zone non troppo frequentate, tra bei boschi e prati. “Sopra il rifugio c’è una piccola falesia, dalla quale abbiamo sempre visto questa montagna - il Ciarido- e ci siamo sempre chiesti se ci fosse qualcosa a livello alpinisti. Ma anche chiedendo un po’ in giro, abbiamo capito che non c’era una linea di salita e così abbiamo iniziato a pensare di fare qualcosa”.
Il Monte Ciarido non ha nemmeno un vero e proprio sentiero che porta alla cima, Gremes e Colmagro hanno voluto aprire una via non troppo impegnativa, per gli amanti di un alpinismo di scoperta e soddisfazione, ma non estremo. “Nel sesto e settimo tiro abbiamo trovato uno spit e una sosta, ma non siamo andati a insistere su altri itinerari. La qualità della roccia è buona, direi tre stelle su cinque. I tiri impegnativi sono su calcare compatto, mentre dove si diluisce la difficoltà bisogna sentire con le mani. Non abbiamo dovuto pulire molto. Abbiamo solo tolto qualche grosso sasso nella zona centrale e ripulito la cengia ghiaiosa sopra”.
Mattia durante la ripetizione della via, in azione sul traverso finale del settimo tiro © A. Gremes, M. ColmagroLa via è dedicata alla nonna della compagna di Andrea. “Ha 86 anni, gestisce un b&b in paese ed è la classica persona che dà carica e motivazione. Alla sua età è completamente autonoma, guida la macchina e solo guardandola hai un esempio di come si affronta la vita”.