Nuova via per Cristian Candiotto al Pizzo di Mezz'di

La guida alpina ha aperto la via VI Del.Orobica, un itinerario in Val Tronella. «Ambiente selvaggio, arrampicata varia e non scontata. È nato tutto dalle esercitazioni della delegazione orobica del Soccorso alpino»

Cristian Candiotto ha aperto la via VI Del.Orobica (210 metri, VII max, VI obbligatorio) in val Tronella, sul pilastro ovest del Pizzo di Mezz'di. La guida alpina valtellinese d'adozione è molto attiva in questa estate, nella quale in Sardegna ha tracciato e liberato diverse linee a Capo Figari. Tornato tra le “sue” montagne, si è dato da fare insieme ai ragazzi della sesta delegazione lombarda del Soccorso alpino, l'Orobica. «Questa è nata un po' per caso: essendo il loro coordinatore tecnico negli ultimi anni, mi era balenata questa idea di fare una parte formativa in parete, in modo da mettere alla prova diverse competenze: chiodare, affrontare difficoltà inaspettate, risalire corde fisse. Così li ho portati un paio di giorni in parete, ma ovviamente non l'abbiamo completata, siamo arrivati al quarto tiro. Così sono andato con Armando e Gualtiero – due miei amici- a completare il lavoro in altre due giornate».

 

La vista sui Piazzotti © C. Candiotto


Ripetere questa via significa immergersi completamente nell'ambiente tipico delle Orobie, l'avvicinamento prevede un'ora e mezza di cammino dal piazzale di Pesce Gallo, in Val Giarola. «Tutta la parte alta della Val Tronella viene definita Piazzotti. Siamo a duemila metri e anche se sei relativamente a bassa quota, hai un buon avvicinamento e trovi un ambiente selvaggio». Lo sviluppo della via permette una scalata divertente e non banale: «Trovi di tutto: placca, diedro, strapiombo. È un'arrampicata non scontata, e pur avendo sempre fix lungo i tiri, bisogna portarsi dietro i friend e saperli mettere. Dato il terreno alpinistico ho voluto dare un grado UIAA. La qualità della roccia è complessivamente buona, ma bisogna stare in campana: non è il “ciapa e tira” del Ratikon! Qualcosa si può sempre muovere o staccare».

 

L'itinerario con i sei tiri © C. Candiotto

 

Le condizioni trovate dalle varie cordate sono state sempre buone. «Quando ho iniziato avevo neve alla base della parete ma non sulle cenge e questo weekend tutto era perfetto». Lo sviluppo è di 210 metri, l'obbligatorio è di VI. «Non è una via che puoi fare se fai il 6a in falesia, insomma, ma c'è tutto quello che serve per chi si sa muovere. Le soste sono a fix, con anello di calata. Bisogna solo fare attenzione alle prime due nel ritirare la corda, perché la roccia è un po' più delicata, ma comunque sei protetto sotto tetto. L'esposizione è a est, si fa al mattino e anche d'inverno. L'ambiente è fenomenale, con vista sul Disgrazia e il Masino. Sulla stessa parete, sempre con i ragazzi, è stata aperta una variante d'attacco di tre tiri, che si chiama variante Tesi, di VI».