Niente Cho Oyu per i russi: ritirata dalla cresta est

La squadra aveva raggiunto gli 8.000 metri sulla vetta himalayana, ma ha deciso di provare a rientrare. Vasiliev: "Fa freddo, c'è vento, siamo scesi a 7.700 nella grotta".
I russi in progressione © mountain.ru

Il team russo guidato da Andrei Vasiliev ha raggiunto la cresta sommitale del Cho Oyu (8.188 metri), prima di prendere la decisione di fare dietrofront davanti al difficile muro che ostacolava la loro progressione. La squadra stava tentando la prima ripetizione della via russa del 1991.
Per quanto avevano comunicato i russi in precedenza, la squadra era riuscita a raggiungere quota 8.000 metri e secondo i calcoli di Vasiliev non sarebbero mancate più di tre ore alla vetta. Il team però ha trovato difficoltà troppo elevate in corrispondenza della spaccatura che avrebbero prima dovuto discendere e poi risalire, in condizioni meteo proibitive e con molta stanchezza in corpo. La spedizione russa sta scalando senza ossigeno e senza aiuto di sherpa. 


Sulla tabella di marcia, i russi avevano raggiunto il C1 (6.100 m) il 29 ottobre e superato i 7.000 metri il giorno successivo, portando corde per continuare a lavorare i complessi tratti del percorso che avevano lasciato in sospeso durante il loro precedente tentativo. Quindi, avevano allestito un ultimo accampamento in alta quota a 7.300 metri e raggiunto un'altitudine massima di 7.700 metri . Il 31 ottobre hanno raggiunto nuovamente l'ultimo campo in quota e superato il punto più alto. Da lì hanno affrontato un terreno estremamente difficile che li ha portati sulla cresta est sopra i 7.900 metri nella giornata del 3 novembre, nonostante i forti venti con cui hanno dovuto combattere.


Successivamente, avrebbero dovuto seguire la cresta est fino alla cima, prima di trovarsi di fronte alla spaccatura che li ha fatti desistere. Le ultime informazioni rilasciate da Vasiliev risalgono a ieri - 6 novembre-. L'alpinista ha fatto sapere che la decisione di ritirarsi è stata presa dopo una notte di consultazioni e che hanno recuperato il materiale in via. "Fa freddo, c'è vento, siamo scesi a 7.700 metri, nella grotta".


La via seguita era stata aperta nel 1991 sotto la guida di Sergei Efimov . Dopo un mese di ingaggio sulla montagna, Sergei Bogomolov, Valeri Pershin, Ivan Plotnikov, Evgeni Vinogradski e Al Yakovenko erano riusciti a raggiungere la vetta.