Neve e futuro: un confronto aperto

Alla tavola rotonda Nevediversa 2025 di Legambiente, ANEF ribadisce l’importanza della neve artificiale per l’economia montana e propone un dialogo per soluzioni condivise tra gestori di impianti e ambientalisti.
 

“Lavoriamo assieme perché siamo tutti dalla stessa parte”. Questo il messaggio di Massimo Fossati, vice presidente di ANEF e presidente di ANEF Lombardia, alla tavola rotonda Nevediversa 2025 organizzata da Legambiente. ANEF rappresenta il 90% della mobilità su fune in Italia, con oltre 1.500 impianti dalle Alpi agli Appennini.

“Non dovremmo essere su fronti opposti”, ha sottolineato Fossati. “Anche noi siamo ambientalisti, ma con una visione diversa. Proponiamo una tregua: usciamo dalle battaglie ideologiche e costruiamo soluzioni condivise per il futuro della montagna”.

 

Neve artificiale: una necessità per la montagna

ANEF riconosce il cambiamento climatico e sottolinea come l’innevamento artificiale sia diventato un’esigenza per l’economia montana. “Non è una neve diversa, ma necessaria”. Le comunità locali dipendono dal turismo invernale, e senza neve gli impatti economici sarebbero devastanti.

La neve artificiale è composta solo da acqua e aria e viene prodotta con tecnologie sempre più efficienti, riducendo consumi e sprechi. Grazie all’energia idroelettrica e ai nuovi sistemi di gestione, l’impatto ambientale è sempre più contenuto.

 

L’industria sciistica: motore dell’economia montana

Gli impianti di risalita non sono solo infrastrutture turistiche, ma pilastri dell’economia alpina e appenninica. Il settore genera 1,3 miliardi di euro l’anno, con un indotto fino a sette volte superiore. Per ogni milione di euro speso nel turismo, si creano 13,5 posti di lavoro annui. Inoltre, il prolungamento della stagione sciistica contribuisce alla destagionalizzazione del turismo.

ANEF propone la creazione di un progetto di ricerca congiunto per studiare l’impatto della neve artificiale e le strategie per un futuro sostenibile. “Abbiamo un’opportunità unica per dimostrare che sviluppo e tutela dell’ambiente possono coesistere”, ha concluso Fossati.