Analisi di alcune criticità dovute alla pandemia che hanno interessato diversi festival, aggiornamento e modifiche della piattaforma online per favorire le iscrizioni di registi e produttori alle varie kermesse, valutazione delle candidature allo Iamf Grand Prize e discussione in merito alla realizzazione del nuovo video promozionale dell'Alliance.
Questi i punti all'ordine del giorno dell'assemblea dell
'International Alliance for Mountain Film, che si è tenuta lo scorso fine settimana a
Kathmandu, in Nepal. L'alleanza ha come obiettivo la promozione, la valorizzazione, la difesa e la conservazione della cinematografia di montagna attraverso un lavoro comune e una collaborazione tra i membri. Ne fanno parte festival di cinema, musei ed enti che si occupano del film di settore.
Cooperazione, ascolto e scambio
In Nepal era presente, in rappresentanza del Club alpino italiano, il Componente aggiunto del Comitato Direttivo Centrale
Angelo Schena.
«I lavori, come sempre, sono stati interessanti e stimolanti, grazie al consueto scambio di opinioni, criticità e buone pratiche che riguardano l'organizzazione dei festival di cinema di montagna che si tengono in parti del mondo molto diverse l'una dall'altra. L'intenzione comune è quella di cooperare sempre di più per favorire la circolazione di questo genere di informazioni e di aggiornamenti».
Oltre a Schena, a Kathmandu hanno partecipato ai lavori, collegati da remoto, anche
Roberto De Martin e
Rosanna Stebile, in rappresentanza del Trento Film Festival, e il vicepresidente dello Iamf
Marco Ribetti.
I partecipanti alla riunione (al centro con gli occhiali Angelo Schena) © International Alliance for Mountain Film
Ipotesi di nuove progettualità con la Nepal Mountaineering Association
Schena ha inoltre incontrato il Presidente della
Nepal Mountaineering Association (il Club alpino nepalese)
Nima Nuru Sherpa, il Vicepresidente
Thakur Raj Pandey e il Segretario generale
Mohan Lamsal.
«Abbiamo parlato della possibilità di instaurare collaborazioni su progetti di vario genere: dal restauro di scuole, lodge e ponti danneggiati dal terremoto del 2015, all'attivazione di scambi tra giovani alpinisti, fino ad arrivare all'ipotesi di organizzare corsi, tenuti da nostri esperti e rivolti alle agenzie nepalesi di trekking, sulle migliori pratiche da seguire per organizzare spedizioni il più possibile “pulite” e non impattanti dal punto di vista ambientale. Queste iniziative formative dovranno naturalmente veicolare anche istruzioni e nozioni di tipo tecnico», racconta il rappresentante del Cai. «È stato un primo approccio, ci siamo lasciati con la promessa di risentirci per approfondire le varie possibilità».