Nadir Maguet da record sul Translagorai Classic

L’atleta valdostano ha impiegato meno di 10 ore per completare i 77 chilometri e 5000 metri di dislivello positivo del Translagorai Classic.
Nadir Maguet sul Translagorai Classic © Facebook Nadir Maguet

Il valdostano Nadir Maguet continua a macinare record e chilometri. Con un tempo di 9 ore, 57 minuti e 14 secondi, ha stabilito il nuovo record sul percorso del Translagorai Classic, migliorando di oltre un’ora il precedente FKT (Fastest Known Time). Questa volta Maguet ha spostato la sua attenzione verso est, lasciando le montagne di casa, per mettersi alla prova con questo itinerario tecnico che si sviluppa su 77 chilometri con un dislivello positivo di 5000 metri, attraversando uno dei gruppi montuosi più severi delle Alpi orientali. 

“Fin dal primo giorno che sono stato ad allenarmi nel Lagorai ne sono rimasto attratto” racconta Maguet. “Un ambiente ancora selvaggio e severo che ricordandomi i sentieri dove sono cresciuto mi fa sentire come a casa. Un luogo che è nel cuore dei valligiani e che viene rispettato e amato”

 

Il Translagorai Classic

Con i suoi 77 chilometri, il percorso del Translagorai Classic segue sentieri tecnici e poco battuti che attraversano la catena del Lagorai, separando la Val di Fiemme dalla Valsugana. Partendo dal Passo Rolle e arrivando alla Panarotta, il tracciato è noto per la sua difficoltà e isolamento: si incontrano solo tre rifugi e una sola strada asfaltata lungo tutto il percorso. Anche per questa ragione gli escursionisti che visitano questo territorio lo fanno spesso con la tenda in spalla.

Nadir Maguet inizialmente non conosceva il tracciato del Translagorai, ne è venuto a conoscenza frequentando questo territorio, racconta. “Quasi 80 chilometri di sentieri che attraversano l’intera catena del Lagorai, dal Passo Rolle fino alla Panarotta con 5000 metri di dislivello positivo, la maggior parte definirli tecnici sarebbe quasi diminutivo”. Proprio per queste ragioni la catena del Lagorani non è terreno ideale per gare e competizioni agonistiche. Trova invece terreno fertile tra gli amanti dei record, come Nadir. “Per me, al di fuori del tempo finale del FKT, è stato più un mettermi in gioco su un tracciato tale e correre in montagna con la spensieratezza di un bambino. Sì, perché quando mi viene chiesto ‘perché ti piace correre?’ dentro di me penso a queste bellissime giornate passate lassù”.