Nacque così il Cervino

Se qualcuno ci chiedesse di disegnare una montagna, d’istinto la disegneremmo a forma di piramide e con la cima aguzza. Il Monte Cervino, situato al confine tra Italia e Svizzera, è proprio così: una piramide isolata e quasi perfetta. 

Ma come mai ha questa forma?

Oggi non vogliamo parlare di geologia, ma vogliamo affidarci a una fantasiosa e divertente leggenda che ci fornisce una risposta convincente.

Si narra che in un’epoca passata e che pochi ricordano, esistesse un meraviglioso regno esteso a ridosso delle montagne. Verdi e sconfinate pianure, fragorosi torrenti, tappeti di fiori dai mille colori e campi coltivati: così si presentava.

Questo paradiso terrestre era circondato da vertiginose pareti che apparivano come una omogenea e poderosa muraglia. 

Il regno era governato da Gargantua, un gigante buono e gentile, che amava i bimbi e aiutava gli abitanti della valle a svolgere i lavori più faticosi. Aveva però un difetto: era divorato da una fame insaziabile e, di conseguenza, mangiava e beveva in continuazione. Amato dagli abitanti del suo regno, era estremamente curioso, attratto soprattutto da ciò che stava al di là delle montagne. Successe così che un giorno il gigante partì all’alba deciso a scoprire cosa ci fosse dall’altra parte della muraglia di rocce che sovrastava la valle. Con i suoi passi smisurati in poco tempo fu sulla sommità e lì si piantò, a gambe divaricate, per ammirare il panorama d’oltralpe. Quel giorno però Garagantua aveva mangiato davvero troppo e il peso del suo corpo “ripieno” era così esagerato che le rocce sotto ai suoi piedi si sbriciolarono in mille pezzi, provocando un grande boato di frana. 

Quando il vento spazzò il polverone, Gargantua vide che le montagne in quel tratto erano crollate e solo una piramide di roccia e ghiaccio era riuscita a salvarsi: era quella che si trovava tra le sue gambe allargate. 

Nacque così il Cervino.

Sono molte le leggende che hanno come sfondo le nostre montagne e che vengono tramandate di generazione in generazione. Le terre alte, un tempo decisamente più ostili e scomode di ora, hanno da sempre ispirato la fantasia degli abitanti e alimentato la nascita di storie e favole che, in antichità, tentavano di spiegare fenomeni e accadimenti o, come in questo caso, di giustificare la forma così particolare e unica di una cima. Queste leggende fanno parte del patrimonio culturale delle nostre valli. Un patrimonio che va tutelato e tramandato. 

Il versante svizzero del Cervino © Simona Bursi