La strage della funivia Stresa-Mottarone costò la vita a 14 persone © Corpo nazionale Soccorso alpinoLa Procura di Verbania ha chiesto il rinvio a giudizio per i cinque imputati per la strage del Mottarone, costata la vita a 14 persone. Si tratta, sul fronte Ferrovie del Mottarone, società che gestiva l'impianto, del titolare, Luigi Nerini, del direttore d'esercizio, Enrico Perocchio e del capo servizio, Gabriele Tadini; sul fronte Leitner, società altoatesina incaricata della manutenzione, del consigliere delegato, Martin Leitner, e del responsabile del Customer care, Peter Rabanser. I reati contestati sono, a vario titolo, di attentato alla sicurezza dei trasporti, disastro colposo, omicidio colposo, lesioni colpose e falso.
L'incidente risale al 23 maggio 2021, giorno della riapertura dell'impianto di risalita che collegava Stresa al Mottarone dopo le restrizioni della pandemia. Poco dopo le 12, la cabina numero 3 aveva quasi raggiunto la stazione di monte quando, in base a quanto ricostruito in sede di incidente probatorio, la fune traente si spezzò, e i “forchettoni” inseriti dal personale di servizio impedirono l'entrata in funzione del freno d'emergenza, facendola scivolare all'indietro finché, all'altezza del pilone, si sganciò, schiantandosi a terra. Morirono 14 dei 15 passeggeri a bordo: l'unico sopravvissuto fu Eitan, 5 anni. Negli anni successivi, il bambino fu al centro di una battaglia legale tra le famiglie dei genitori per l'affidamento.
Anche per quanto riguarda la ricostruzione della dinamica e delle responsabilità dell'accaduto, quello che seguì fu un iter giudiziario complesso. Tanto che quella di ieri (23 aprile 2025), è la seconda richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla Procura di Verbania, a poco più di un mese dal secondo avviso di conclusione delle indagini. La prima, risalente al 12 settembre 2023, vedeva tra gli imputati anche Anton Seeber, presidente del consiglio di amministrazione di Leitner, e le due società, Ferrovie del Mottarone e Leitner. Richiesta che fu oggetto di un braccio di ferro tra la giudice dell'udienza preliminare (gup), Rosa Maria Fornelli, e le pm Olimpia Bossi e Laura Carrera. Dopo 11 udienze preliminari, la gup accolse i rilievi delle difese sul capo d'imputazione, e restituì gli atti alla Procura perché venisse modificato. Cosa che, nel frattempo, è avvenuta. Dal fascicolo d'indagine sono uscite le due società, in quanto sono state stralciate le ipotesi di reato di rimozione o omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro e le aggravanti legate a presunte violazioni delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro. Archiviata anche la posizione di Seeber, per mancanza di elementi. Nel frattempo, i familiari delle vittime hanno ottenuto risarcimenti per 25-30 milioni di euro. Ora la palla è di nuovo in mano alla gup: la nuova udienza preliminare potrebbe essere fissata prima dell'estate.