La storia di
Vladimir Bashkirov, alpinista che ha scalato gli 8mila dell'Himalaya è stato da esempio di intere generazioni di scalatori russi e internazionali. "More Beautiful than Heaven" è un documentario del 2018, tra i protagonisti del catalogo dell'iniziativa
Natale in quota, realizzata dal Trento Film Festival e dal Club alpino italiano. Il film è
noleggiabile qui.
Una vita straordinaria
Il documentario di Nathalia Makhanko racconta
la vicenda del leggendario scalatore russo morto nel 1997 mentre cercava di salire il Lhotse, l’ultimo ottomila inviolato del mondo. Il film contiene interviste e filmati esclusivi dell’Himalaya girati da Bashkirov tra il 1993 e il 1997, e descrive non solo la vita sportiva di Bashkirov, ma anche
il suo lavoro ufficiale nell’agenzia aerospaziale russa, dov’era responsabile del calcolo delle traiettorie della stazione spaziale MIR, che ancora per diversi anni dopo la sua morte continuò a volare usando i suoi programmi.
In Unione Sovietica, Bashkirov aveva scalato
tutte le cime di quel vasto territorio. La sua passione e le sue doti però lo avevano portato nel sistema montuoso dell'Asia meridionale, dove sono localizzate le montagne più alte della terra. Una volta caduta l'Unione sovietica e con la psosibilità di muoversi al di fuori dai confini del suo Paese, Bashkirov si è cimentato sulla salita di cime come l'Annapurna e l'Everest. Nel 1997, dopo una carriera di grandi scalate, muore durante la salita del Lhotse, a causa di problemi fisici e forse anche di una bombola dell'ossigeno difettosa.