Il Monviso in veste invernale © PixabayÈ sulla sua vetta che Quintino Sella immaginò la nascita del Club Alpino Italiano; alle sue pendici ha origine il Po, il fiume più lungo d’Italia; la sua inconfondibile piramide si staglia nel cielo ed è visibile anche da centinaia di chilometri di distanza. Il Monviso, la cima più elevata delle Alpi Cozie, è un vero simbolo per l’arco alpino con i suoi 3841 metri di altezza.
Dal maggio 2013, l'area del Monviso è stata riconosciuta come Riserva della Biosfera transfrontaliera UNESCO, nell'ambito del programma MaB (Man and Biosphere), grazie alla sua eccezionale biodiversità e alla presenza di ecosistemi alpini unici. Sul versante italiano, il Monviso è protetto dal Parco Naturale del Monviso, mentre sul lato francese rientra nel Parco Naturale Regionale del Queyras.
Tra le specie faunistiche più emblematiche della zona la Salamandra di Lanza (Salamandra lanzai), un anfibio endemico delle Alpi Cozie, caratterizzato da una colorazione nera e da un habitat ristretto tra i 1200 e i 2600 metri di altitudine. Questa specie è particolarmente sensibile alle alterazioni ambientali e rappresenta un indicatore importante della salute degli ecosistemi montani.
La storia del Monviso
La storia dell’esplorazione del Monviso è lunga e affascinante. La prima misurazione documentata risale al 1627, quando l’abate milanese Valeriano Castiglione ne stimò l’altezza in circa 3925 metri. Il primo tentativo di ascensione fu compiuto nel 1834 dal geometra saluzzese Domenico Ansaldi, che però dovette fermarsi a circa 3700 metri a causa della nebbia e di un masso ritenuto insormontabile.
La prima salita riuscita avvenne il 30 agosto 1861, ad opera degli alpinisti inglesi William Mathews e Frederick Jacomb, insieme alle guide francesi Jean-Baptiste e Michel Croz. La spedizione partì dalla Valle Varaita, più precisamente da Castello di Pontechianale, il giorno precedente, scegliendo questo percorso per evitare le difficoltà del Passo delle Sagnette. Dopo aver risalito il Vallone di Vallanta, raggiunto i laghi delle Forciolline e bivaccato a circa 2800 metri, la mattina seguente si avviarono verso la vetta, che raggiunsero alle 9:20 del mattino superando la parete sud.
Due anni dopo, nel 1863, fu proprio Quintino Sella a guidare la prima cordata interamente italiana fino ina vetta e fu durante questa scalata che maturò l’idea di fondare il Club Alpino Italiano, istituito ufficialmente a Torino nello stesso anno.
Tra le ascensioni storiche si ricordano anche quella di Alessandra Boarelli, la prima donna a salire sul Monviso nel 1864, e quella di Achille Ratti, futuro Papa Pio XI, nel 1898. La prima salita invernale risale invece al 22 gennaio 1878, compiuta da Leopoldo Barale insieme alle guide Giuseppe e Antonio Castagneri e Antonio Bogiatto.
Geografia del Monviso
Il Monviso si trova nella parte occidentale delle Alpi italiane, vicino al confine con la Francia, ma la sua vetta ricade interamente in territorio italiano. Il nome "Monviso" deriva dal latino Mons Vesulus, che significa "monte visibile", in riferimento alla sua prominenza rispetto alle montagne circostanti. La piramide del Monviso si alza infatti di circa 500 metri rispetto alle altre cime nella stessa zona.
La cima è situata lungo una lunga dorsale che si estende da nord a sud. Parte dal Monte Granero, supera il Colle delle Traversette (un tempo un importante valico commerciale per il Marchesato di Saluzzo, poi soppiantato dal vicino buco di Viso), per proseguire tra le Rocce Fourioun, Punta Venezia, Punta Udine, Punta Roma, Punta Gastaldi e il Visolotto, per culminare infine nei 3841 metri del Monviso, conosciuto localmente come "Viso". La vetta della montagna è composta da due punte: Punta Nizza e Punta Trieste (quest’ultima la più alta), un richiamo simbolico alle due città situate agli estremi della catena alpina.
La cresta principale del Monviso scende verso sud, dove si tuffa nella Valle Po. Un’altra cresta secondaria si estende verso sud-sudovest, raggiungendo il Vallone di Vallanta in Valle Varaita.
Il Monviso fotografato dalla Versilia © Facebook Fabio LongaronPercorso e vie alpinistiche
La via più frequentata per salire al Monviso è quella che percorre la parete sud, seguendo in parte il tracciato degli storici primi salitori. Sebbene non presenti difficoltà tecniche particolarmente estreme, questo itinerario è comunque di tipo alpinistico e richiede un buon equilibrio e una certa esperienza nella progressione su terreno montano e in parete. Inoltre, è fondamentale avere familiarità con le manovre di corda di base. Durante il periodo tardo estivo, la via è generalmente priva di ghiaccio o neve, quindi non sono necessari ramponi o piccozza, ma rimane comunque consigliato affrontare la salita in cordata e con un’attrezzatura adeguata per l’alpinismo.
L’itinerario può essere intrapreso sia dalla Valle Po, partendo da Pian del Re, sia dalla Valle Varaita, con partenza dal Castello di Pontechianale. La prima parte del percorso consiste in un trekking di avvicinamento al bivacco Andreotti (a 3225 metri), una meta accessibile a tutti i camminatori ben allenati. Unico ostacolo da affrontare con particolare attenzione, per chi sale dalla Valle Po, è il Passo delle Sagnette. Una volta giunti al bivacco, inizia la parte alpinistica vera e propria, con il superamento del ghiacciaio Sella e i primi passaggi di roccia.
Una delle alternative alla via normale è quella che risale la parete est del Monviso, salita per la prima volta il 7 agosto 1902 da Ubaldo Valbusa, Alberto Weber, Elena e Adolfo Kind. Questo percorso presenta difficoltà decisamente superiori rispetto alla via sud, ed è adatto a alpinisti esperti, abituati a lunghe percorrenze in quota. Con passaggi che arrivano fino al quarto grado, il punto di accesso è il rifugio Quintino Sella.
La parete nord del Monviso ospita uno degli itinerari classici più difficili per raggiungere la vetta. Questa via fu aperta dal teologo e alpinista americano William Auguste Brevoort Coolidge, insieme alle guide Christian e Ulrich Almer. Si tratta di un percorso impegnativo che ha richiesto notevoli abilità alpinistiche.
Nel corso degli anni, il Monviso ha visto l’apertura di numerose vie alpinistiche. Una delle prime importanti realizzazioni risale al 12 agosto 1879, quando Paul Guillemin e André Salvador de Quatrefages, con le guide Giraud Lezin ed Émile Pic, realizzarono la prima salita della parete nord-ovest. Dieci anni dopo, nel 1887, Guido Rey e Antonio Castagneri aprirono una nuova via che risaliva la cresta est nella sua parte alta, un percorso che sarebbe stato ripercorso successivamente da molti alpinisti.
Nel 1891, il 7 settembre, le guide Claudio e Giuseppe Perotti, insieme agli alpinisti Paolo Gastaldi e Vittorio Giordana, raggiunsero per la prima volta la vetta del Viso di Vallanta, attraverso un itinerario che divenne poi uno dei più noti. Il 1898 segnò un altro capitolo importante con l’apertura di una nuova via lungo la parete nord-est, realizzata da Guido Rey.
Successivamente, nel 1903, Ubaldo Valbusa, Claudio e Giuseppe Perotti, e V. Casana conquistarono la vetta percorrendo la cresta di sud-est. Nel 1929, l’alpinista Franco Falchi realizzò una straordinaria ascensione in solitaria, superando lo spigolo nord-ovest della montagna, un'impresa che rimase nella storia. Due anni più tardi, nel 1931, Aldo Bonacossa e Vitale Bramani riuscirono nella prima salita della parete ovest.
Nel 1936, Giuseppe Gagliardone e Mario Girello aprirono una via diretta al Viso di Vallanta, mentre nel 1941 fu Giuseppa Gagliardone a realizzare un’altra importante ascensione, insieme a Quagliolo e Grattarola, aprendo una nuova via sul Torrione di Saint-Robert, lungo la parete est. Il 1955 vide l’alpinista Vitale Giacoletti aprire una via diretta alla parete nord-est, che fu poi ripetuta da molti altri.
Infine, nel 1985, Gian Carlo Grassi, insieme ai francesi Bozonnet, Carlon e Pailler, aprì la via Vallantetic al Viso di Vallanta, un’altra grande realizzazione che si aggiunse al già ampio ventaglio di itinerari alpinistici sul Monviso.
Le Langhe e il Monviso © Carlo MeazzaSalite significative
Tra le salite più significative realizzate sul Monviso sicuramente quella di Bartolomeo Peyrotte, guida alpina di Bobbio Pellice, che nel 1862 divenne il primo italiano a raggiungere la cima del Monviso. L'ascensione avvenne il 4 luglio, quando accompagnò l'inglese Francis Fox Tuckett. Con loro c’erano anche Peter Perrn e Michel Croz. Questa cordata ebbe l'onore di essere la prima a bivaccare sulla vetta del Monviso. L'anno successivo, nel 1863, fu Quintino Sella a guidare la prima cordata interamente italiana verso la vetta. Oltre a Sella, facevano parte della spedizione i nobili verzuolesi Paolo e Giacinto Ballada di Saint-Robert, e il deputato calabrese Giovanni Barracco, accompagnati dalle guide Raimondo Gertoux, Giuseppe Bouduin e Giovan Battista Abbà. Durante questa salita, Sella concepì l'idea di fondare quello che sarebbe poi diventato il Club Alpino Italiano.
Nel 1864, Alessandra Boarelli e Cecilia Filia divennero le prime donne a raggiungere la cima del Monviso. Nel 1878 toccò poi a Leopoldo Barale, con le guide Giuseppe e Antonio Castagneri e Antonio Bogiatto, che riuscì nella prima salita invernale del Monviso, il 22 gennaio.
Nel 1898, Achille Ratti, futuro Papa Pio XI, scalò il Monviso, aggiungendo un altro nome prestigioso alla lista di chi aveva raggiunto la vetta. Luigi Amedeo di Savoia-Aosta, il Duca degli Abruzzi, realizzò nel 1897 la seconda ascensione invernale al Monviso.
Nel 1975, Nino Viale riuscì nella discesa con gli sci dalla parete nord del Monviso, percorrendo il canale Coolidge. L'alpinismo e gli sport sulla neve continuarono a essere protagonisti nel 1986, quando Stefano De Benedetti scese con gli sci dalla parete ovest del Monviso, un'impresa che rimase senza replica fino al 2009, quando Federico Varengo si cimentò nuovamente in quelle stesse pendenze.
Un altro record significativo venne stabilito nel 2011, quando Paolo Bert stabilì il record di salita e discesa dal Monviso partendo da Pian del Re, completando l’impresa in soli 3 ore, 12 minuti e 42 secondi. Infine, nel 2017, Bernard Dematteis realizzò il nuovo record di salita al Monviso: partendo da Pian del Re, impiegò solo 1 ora, 40 minuti e 47 secondi per coprire i 1800 metri di dislivello che separano la sorgente del Po dalla vetta della montagna. Questo nuovo record superò il precedente, detenuto da Dario Viale, che nel 1986 aveva completato la salita in 1 ora, 48 minuti e 54 secondi.
Curiosità sul Monviso
Il Monviso è visibile da oltre 300 chilometri di distanza in condizioni di cielo limpido, e la sua inconfondibile silhouette piramidale è riconoscibile persino dalle guglie del Duomo di Milano. Un vero punto di riferimento visivo per chi abita o percorre la Pianura Padana.
Tra le figure simbolo legate alla montagna, spicca Quintino Perotti, storico gestore del rifugio Quintino Sella, che detiene il record assoluto di ascensioni alla vetta del Monviso, con ben 749 salite nel corso della sua lunga carriera di guida alpina. Un primato dettato non dalla ricerca del numero, ma dalla passione e dal mestiere vissuto ogni giorno sulla montagna.
Escursionismo e trekking
Il Monviso non è solo meta di alpinisti, ma anche di escursionisti e amanti del trekking. Uno degli itinerari più apprezzati è il Giro del Monviso, un trekking ad anello di 3-5 giorni che consente di circumnavigare la montagna, attraversando paesaggi spettacolari tra Italia e Francia.
Il percorso tocca diversi rifugi, come il Rifugio Quintino Sella (2640 m), il Rifugio Vallanta (2450 m), e il Refuge du Viso sul versante francese. Il tracciato, lungo circa 40 chilometri, si sviluppa tra i 2000 e i 2800 metri di altitudine e richiede buona preparazione fisica, anche se non presenta difficoltà alpinistiche.