La dorsale sommitale del Monte Vecchio © Andrea GreciIl Monte Vecchio è una delle mete invernali più “classiche” e frequentate del versante toscano di quest’area dell’Appennino, essendo inoltre adatta sia agli escursionisti con le ciaspole che agli scialpinisti. Il percorso necessita comunque di preparazione fisica ed esperienza nella tecnica di progressione invernale con le ciaspole, ma anche con ramponi e piccozza, che potrebbero divenire indispensabili dopo il Rifugio Cella e nel tratto di crinale. Gli escursionisti meno esperti e allenati hanno comunque a disposizione una meta intermedia come la stessa piana del rifugio e il Monte Cella. Il percorso è da affrontare soltanto soltanto in caso di ottima visibilità.
Accesso
Da Lucca di percorre la SR445 fino a Castelnuovo Garfagnana e da qui si prosegue sulla SP72 del Passo delle Radici fino al Casone di Profecchia.
Itinerario
Pochi metri a valle del nucleo di case del Casone di Profecchia si imbocca il sentiero 54 in direzione della Bocca di Massa (cartelli). Un breve tratto di salita permette di mettere piede sul tracciato della sterrata che conduce al Rifugio Cella (volendo si può raggiungere questo punto anche seguendo la suddetta carrareccia che si distacca dalla SS 324 delle Radici qualche centinaio di metri più a valle del sentiero). Seguendo ora fedelmente la strada, oppure tagliando alcuni tornanti sul tracciato del sentiero 54 (segnavia di vernice sugli alberi), si guadagna quota nel bosco senza difficoltà. Usciti dalla vegetazione si raggiunge quasi immediatamente il Rifugio Cella (1640 m, 1 h, rifugio non gestito, normalmente chiuso), dominato dal dolce profilo del crinale compreso tra Le Forbici e il Monte Cella.
Piegando leggermente a sinistra (nord-ovest) e assecondando le indicazioni per la Bocca di Massa (cartelli) si sale senza traccia obbligata verso la dorsale secondaria che scende dal crinale e che chiude a nord il ripiano che ospita il rifugio. Messo piede su questo piccolo crinale invece di compiere un traverso in direzione del passo, seguendo il tracciato del sentiero estivo, si consiglia di piegare decisamente a destra (nord) e di seguire in questo modo il dosso nevoso (più sicuro) fino a raggiungere il crinale poco ad est della Bocca di Massa. Piegando a sinistra, pochi metri di discesa conducono al valico (1812 m, 1.30 h).
Continuando a camminare sul crinale si raggiunge una prima sommità senza nome (quota 1881 m) e successivamente un’altra piccola selletta (1866 m) che precede la cima del Monte Cella (1944 m) che si raggiunge con una salita abbastanza ripida che, in condizioni favorevoli, può essere effettuata con ciaspole e bastoncini, ma che spesso necessita di ramponi e piccozza.
Raggiunta la vetta (2 h) si scende ora sulla cresta ovest che, in presenza di cornici, può risultare esile e delicata. In questo caso si consiglia di concludere l’escursione al Monte Cella. Con condizioni normali di innevamento si perde invece quota fino all’ampio Passo degli Scaloni (1922 m), per poi risalire i facili groppi nevosi del Monte Vecchio, fino a raggiungerne il punto culminante (1982 m, 2.30 h), da dove il panporama si apre verso il gruppo del Monte Prado, mentre già in precedenza si potevano ammirare la Garfagnana, le Alpi Apuane a sud, l’Abetina Reale a nord e le cime reggiane e modenesi a est. La discesa avviene per lo stesso itinerario (1.30 h). Prestare attenzione nel tratto di discesa del Monte Cella.