Monte Nerone, colpito da un malore muore nella Grotta dei cinque laghi

Morto un umbro di 47 anni. Complesse le operazioni di recupero: i vigili del fuoco hanno dovuto allargare l'uscita della cavità
Le operazioni di recupero si sono concluse alle 19.30 © Soccorso alpino Marche

È stato un malore a stroncare la vita del quarantasettenne umbro recuperato ieri sera (5 aprile 2025) dalle squadre del Soccorso alpino nella Grotta dei cinque laghi, sul Monte Nerone (Pesaro-Urbino). L'uomo era partito insieme al gruppo speleologico della sezione Cai di Città di Castello (Perugia) per esplorare la cavità della Gola dell'Infernaccio quando, nel pomeriggio, si è sentito male.

A prestargli i primi soccorsi sono stati i compagni d'escursione che hanno dato l'allarme. I loro tentativi di rianimarlo, però, si sono rivelati vani: il quarantasettenne era già morto. All'interno della grotta sono arrivate le squadre del Soccorso alpino composte da tecnici specializzati in operazioni di soccorso in ambiente ipogeo e da un medico, ma non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. Sul posto anche i carabinieri e i vigili del fuoco che, con l'ausilio di mezzi meccanici, hanno allargato l'uscita della grotta. A quel punto sono iniziate le operazioni per portare il corpo all'esterno, lunghe e complesse: si sono concluse intorno alle 19.30.

La vittima era legato alla fondazione Archivio diaristico nazionale che, in un post sulla propria pagina Facebook, ha ricordato il suo impegno durante la pandemia da Covid 19: “Erano gli anni in cui cercavamo tutti di stare alla larga dalle folle e di fare tutto online per evitare contatti. Ma l’Archivio dei diari non ha voluto rinunciare al suo rito in presenza. Pur con limitazioni, distanziamenti, contingentamenti e altri termini ostili, il Premio si è fatto a Pieve, con tante persone distanti uno o due metri, con i volti semi coperti, ma vicini, con gli occhi che brillano gli uni dentro gli altri. E proprio in quegli anni ha iniziato a fare il volontario. Ci è venuto incontro proprio quando “andare incontro” era sconsigliato, e in questo gesto c’è tutta la sua generosità. Non sappiamo nemmeno come facevi a trovare il tempo per noi con quella famiglia numerosissima che avevi. Sei stato una presenza affidabile, una persona dalle mille risorse”.