Code di turisti sui sentieri ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo © PixabayIl Presidente Generale del CAI, Antonio Montani, è intervenuto sul tema dell'overtourism nelle Dolomiti, con un'intervista rilasciata a "Il Trentino". Un’intervista che mette in evidenza la necessità di un intervento concreto per garantire la sostenibilità del turismo montano.
Montani denuncia la mancanza di volontà politica nell'adottare modelli alternativi di sviluppo turistico. Il problema principale? L’elevata redditività del turismo di massa, che spinge molte amministrazioni locali a favorire la quantità piuttosto che la qualità.
Quali strategie per un turismo più equilibrato?
Esistono strategie per un turismo più equuilibrato? Montani suggerisce alcune strategie come la destagionalizzazione che potrebbe valorizzare la montagna anche in periodi meno affollati, come primavera e autunno. Inoltre, sarebbe utile promuovere località meno conosciute, evitando la concentrazione dei turisti solo nelle mete più famose.
L’esempio di alcune valli piemontesi, citato dal presidente del CAI, dimostra che un turismo più diffuso e basato su piccole strutture ricettive può contribuire alla sostenibilità ambientale e sociale, garantendo al tempo stesso un'accoglienza di qualità.
Mobilità in quota: serve un ripensamento
Il problema della mobilità in montagna non è nuovo, ma ha raggiunto livelli critici. Montani non si dice positivo all’idea di regolamentare gli accessi solo attraverso pedaggi o impianti di risalita, ritenendo più utile incentivare l’accesso pedonale.
L'overtourism nelle Dolomiti è una sfida complessa che richiede un cambiamento di prospettiva. Le soluzioni esistono, ma senza una volontà politica forte resteranno inapplicate, mettendo a rischio il futuro della montagna e delle comunità che vi abitano.
Leggi l’intervista al presidente Montani.