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Un corso dedicato all’inclusione in montagna che coinvolge gli insegnanti di sostegno di tutta Italia. Organizzato dal Cai Scuola, il 63esimo corso nazionale ha coinvolto 51 insegnanti provenienti da ben 11 regioni d’Italia, per una tre giorni (dal 5 all’8 ottobre) di escursioni e dibattiti focalizzati sulla montagnaterapia, in Valle d’Orco nel parco nazionale del Gran Paradiso in Piemonte. La maggior parte dei docenti proviene dal nord est e nord ovest, ma anche dalla Sicilia, con almeno 8 docenti provenienti dall’isola. Tra i partecipanti, anche una studentessa in fase di formazione, proveniente dal corso di scienze dell’educazione dell’università di Torino. Il corso è stato dedicato agli insegnanti di sostegno di ogni ordine e grado, che hanno in classe alunni interessati da disabilità. Al corso erano presenti anche alcuni membri del gruppo di lavoro Montagnaterapia del Cai.
Sostenuto dall’Università cattolica di Milano, dall’università di Torino e dal Parco del Gran Paradiso prevede la partecipazione di tutta una serie di figure diverse e convergenti tra loro: dalla commissione medica del Cai, ai terapisti occupazionali, ai medici psichiatrici, passando per i pediatri. Tra gli esperti, anche il dottor Roberto Keller, responsabile dell'Ambulatorio per i Disturbi dello spettro autistico in età adulta della ASL Città di Torino
“Nel costituire questo tipo di progetti non esiste un percorso unico per mettere in campo il processo di inclusione. Quest’ultimo, tocca molteplici aspetti che guarda alle persone interessate da disabilità motorie e psichiche e che stanno affrontando percorsi di riabilitazione e appunto di sostegno scolastico”, spiega il referente del Cai Scuola Francesco Carrer.
Allo stesso tempo, i territori montani diventano il luogo nel quale mettere in pratica percorsi di montagnaterapia. Le giornate del corso hanno avuto come focus sia il territorio di Noasca, la porta del Gran Paradiso, che veri e propri incontri sulla montagnaterapia, con l’obiettivo di sperimentare gli effetti benefici dell’ambiente montano.
“Le ricadute per il lavoro quotidiano degli insegnanti di sostegno, risiedono sopratutto nella costruzione di un bagaglio formativo frutto dell’esperienza del Cai, che offre il suo supporto ai docenti, laddove è possibile farlo”, conclude Carrer.