Più di mille firmatari per
“Una Montagna Sacra nel Parco nazionale del Gran Paradiso". Si tratta di persone di radici e culture molto diverse: alpinisti, escursionisti, naturalisti, giornalisti, scrittori, artisti, montanari, frequentatori rispettosi di ogni vita e di ogni luogo che hanno condiviso con entusiasmo il progetto nato dall’idea di
Toni Farina e
Antonio Mingozzi per onorare i cent’anni del Parco nazionale Gran Paradiso con un’azione di alto profilo, che si spingesse oltre la mera celebrazione. La montagna sacra in questione è il Monveso di Forzo a cavallo tra la Val Soana e la Valle di Cogne. La
“montagna sacra” però, non sarà mai un luogo di divieti. Il progetto non prevede alcuna interdizione formale e nessuna sanzione pecuniaria. Molto più semplicemente, l’impegno a non calpestare più il Monveso
è una scelta culturale, un rito contemporaneo, nella speranza che venga compreso e rispettato dall’intera comunità.
L'iniziativa ha raccolto l’adesione di un qualificato ventaglio di sostenitori, tra cui: il
Club Alpino Italiano e l’Alpine Club di Londra, gli alpinisti
Kurt Diemberger, Fausto De Stefani, Hervé Barmasse, Alessandro Gogna, Manolo, il climatologo
Luca Mercalli, l’antropologo
Duccio Canestrini, i giornalisti
Paolo Rumiz, Michele Serra, Enrico Camanni, il regista
Fredo Valla, i saggisti
Guido Dalla Casa e
Silvia Ronchey, gli scrittori
Paolo Cognetti, Matteo Righetto, Tiziano Fratus, Daniela Padoan,
Raffaella Romagnolo, gli attori
Giuseppe Cederna, Lella Costa, Giovanni Storti.
I risultati della raccolta firme saranno presentati
sabato 26 novembre, presso la Sala Stemmi del Museo Montagna. Tra gli altri saranno presenti Bruno Migliorati, Presidente del Cai Piemonte, Il programma prevede gli interventi di
Antonio Mingozzi e
Toni Farina con “Una Montagna Sacra per il Gran Paradiso”, di
Alessandro Gogna con “La libertà del limite”, di Guido
Dalla Casa con “La Montagna Sacra e l’ecologia profonda”, di
Riccardo Carnovalini con “Cercando il Dio delle piccole cose”, di
Paola Loreto con “Lo sguardo e la voce della poesia” e di
Ettore Champretavy con “Corsa e contemplazione in montagna: l'apparente paradosso”. Senza dimenticare le conclusioni dello scrittore torinese
Enrico Camanni.