
Nella giornata di domenica, gli uomini del Soccorso Alpino Marche hanno ricevuto l'SOS per alcune persone bloccate sul Monte Vettore, all'interno del Bivacco Zilioli. Dopo aver trascorso la notte in quota i quattro escursionisti, constatando le condizioni meteorologiche avverse e la loro conseguente incapacità di scendere a valle, hanno attivato la macchina dei soccorsi, che ha visto coinvolte due squadre del Soccorso Alpino, oltre che i Vigili del Fuoco. Circa 2 ore di avvicinamento con vento, neve e visibilità ridotta a pochi metri per giungere al bivacco e iniziare le operazioni di discesa. Un intervento protrattosi per ore, che ha visto i quattro rientrare al valico di Forca di Presta in sicurezza con i soccorritori.
Le previsioni meteo erano chiare: maltempo in arrivo. Eppure, la tendenza a sottovalutare i rischi della montagna sembra essere sempre più diffusa. Non è raro imbattersi in persone che affrontano terreni innevati con attrezzatura inadatta, convinti che bastino l’entusiasmo e la tenacia per arrivare a destinazione. Ma la montagna non si adatta alle nostre capacità: è l’escursionista che deve adeguarsi a ciò che l’ambiente richiede. Niente piccozza, niente ramponi (solo ramponcini), nessun ARTVA. A questo si aggiunge la ridotta capacità tecnica, che ha reso necessario per i soccorritori procedere in conserva per gran parte del tragitto. Una situazione che non è frutto della sfortuna, ma di scelte sbagliate.
Errore di valutazione? Difetto di valutazione? Sicuramente non può esserci dolo nei comportamenti di chi si pone in certe situazioni, ma di certo una buona dose di imprudenza. Un fatto di cronaca che solleva una domanda che ormai si ripete con troppa frequenza: quando si inizierà a capire che la montagna invernale non è un’escursione estiva con la neve? Pianificazione, attrezzatura adeguata e consapevolezza dei propri limiti dovrebbero essere la base di ogni uscita. Ma finché prevarrà la leggerezza, gli interventi di soccorso per errori evitabili continueranno a ripetersi.