Davide Berton, coordinatore nazionale del gruppo grandi carnivori, ha fatto il punto sul primo programma di monitoraggio nazionale del lupo.
Il Club alpino italiano ha partecipato all'iniziativa che si è svolta da ottobre 2020 ad aprile 2021. Il progetto è partito dall’imput del ministero dell’Ambiente che ha dato mandato ad iSPRA di produrre una stima aggiornata della distribuzione del lupo a livello nazionale.
Per rispondere a questa sfida, ISPRA ha creato un gruppo di lavoro specializzato, che coinvolge zoologi e genetisti, e ha attivato una collaborazione con Federparchi Europarc Italia (la Federazione Italiana dei Parchi e delle Riserve Naturali) e con il progetto LIFE WolfAlps-EU.
Il Network che ne è scaturito coinvolge tutti gli enti territoriali, partendo da Regioni e Parchi Nazionali e quaranta associazioni.
L'impegno del Club alpino italiano
L’estate 2020 è stata densa di impegni organizzativi preliminari, gestiti dai soci coordinatori del Gruppo Grandi Carnivori, con l’obiettivo di fornire una lista di soci disponibili. Da questo elenco i soci più idonei o presenti in zone maggiormente scoperte - da parte delle realtà istituzionali - sono stati formati dai tecnici Ispra o Wolfalps a seconda se residenti in Appennino o nel Nord Italia.
Dopo un iter di incontri e formazione,
circa 250 soci sono stati coinvolti direttamente nel monitoraggio con l’assegnazione dei transetti (percorsi specifici da ripetere sistematicamente) da percorrere per 6 volte nei mesi da ottobre 2020 a marzo 2021.
«Come Cai abbiamo chiesto la possibilità di assegnare a più soci un unico transetto in modo da poter garantire le uscite previste anche in caso di imprevista indisponibilità od impegni di qualche volontario. Nonostante le problematiche Covid e di innevamento, i numeri che il sodalizio è riuscito a mettere in campo sono davvero ragguardevoli», spiega Berton.
Una fase del monitoraggio © Davide Berton
350 uscite sul campo
350 le uscite sul campo registrate per circa 3500 chilometri percorsi alla ricerca di tracce e segni di presenza del lupo che sono stati riportati nelle apposite schede predisposte da Ispra e contrassegnate da un codice specifico derivante dalla data di uscita, il tipo di segno di presenza, il rilevatore, e l’associazione di appartenenza. Lo stesso per i reperti biologici raccolti e che sarannofondamentali per comprendere meglio la distribuzione e la consistenza della popolazione.
«Come coordinatore nazionale del Gruppo Grandi Carnivori non posso esimermi, con estremo orgoglio e convinzione, dal ringraziare tutto il Cai a partire dalla sede Centrale (dai vertici istituzionali agli uffici di Milano, per arrivare ai soci che hanno coordinato a livello locale il lavoro e che hanno partecipato direttsmente alla fase di raccolta dei dati», continua.
Un escremento © Davide Berton
«Tutto questo grande lavoro ha dato dimostrazione di un Sodalizio davvero vivo e vitale, ha fatto emergere la forza del gruppo, le passioni comuni e le grandi capacità organizzative e la voglia di fare che ci contraddistingue», conclude.