Moncenisio: da caserme di confine a centro culturale

A 1500 metri nelle Alpi piemontesi, Moncenisio trasforma le ex Casermette della Guardia di Finanza in un polo culturale, simbolo di rigenerazione sostenibile e innovazione architettonica.
Le ex Caserme della Guardia di Finanza di Moncenisio

A 1500 metri di altitudine, nel cuore delle Alpi piemontesi, il piccolo Comune di Moncenisio sta portando avanti un progetto di rigenerazione culturale e architettonica. Iniziato il 20 gennaio 2023, con l’inaugurazione del primo lotto del progetto di riqualificazione delle ex Casermette della Guardia di Finanza, si sta realizzando un intervento che punta a dare nuova vita a edifici storici, facendoli diventare un punto di riferimento per la comunità locale e un laboratorio di cultura e creatività.

 

Un progetto di rigenerazione innovativa

Guidato dall’architetto Edoardo Schiari, in collaborazione con il Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino, il progetto è parte di un ampio intervento finanziato dal Comune di Moncenisio con il supporto del GAL Escartons e Valli Valdesi. Le ex caserme, un tempo luogo di controllo e divisione, sono oggi trasformate in uno spazio di dialogo e inclusione. Le nuove strutture ospitano una sala polivalente per eventi, conferenze e spettacoli, oltre a edifici lignei dedicati alla residenza temporanea di artisti, offrendo loro tempo e spazio per creare e promuovere la cultura in tutte le sue forme.

Questo primo intervento rappresenta solo l’inizio: i lavori stanno infatti proseguendo con la riqualificazione degli edifici rimanenti, che ospiteranno una SPA e un ambulatorio medico, consolidando Moncenisio come un villaggio alpino dedicato al turismo sostenibile e alla qualità della vita.

 

Un’architettura alpina sostenibile

L’intero progetto si fonda su un approccio di economia circolare e di sostenibilità. I materiali utilizzati, come il legname proveniente dalla Val di Susa, rispettano le risorse locali, mentre le nuove strutture sono dotate di involucri performantistufe a biomassa e pannelli fotovoltaici, assicurando l’indipendenza energetica. Le forme essenziali delle costruzioni in legno, realizzate in abete e rivestite in larice, dialogano con la solidità delle antiche mura in pietra, creando un contrasto visivo che celebra il legame tra passato e presente.

“La qualità dell’architettura, con il suo supporto alle nuove economie e culture della montagna, può essere determinante” ha dichiarato Antonio De Rossi, docente del Politecnico di Torino e figura centrale nel progetto. Questo intervento a Moncenisio rappresenta un modello virtuoso per altre comunità montane, dimostrando come la rigenerazione di edifici storici possa coniugare tradizione e innovazione per favorire nuove forme di economia locale.

 

La storia delle Casermette

Le Casermette di Moncenisio raccontano una storia secolare. Realizzate in una posizione strategica, al confine tra Italia e Francia, le caserme furono costruite per ospitare gli uomini della Guardia di Finanza, impegnati nella sorveglianza dei confini e nella lotta al contrabbando. Per decenni, queste strutture furono un simbolo della presenza dello Stato in un territorio montano aspro e difficile da controllare. Con il tempo persero la loro funzione originaria e vennero abbandonate, trasformandosi lentamente in ruderi silenziosi. Questo, almeno fino a oggi, quando grazie al progetto di rigenerazione si sta dando una nuova vita e un futuro tutto da scrivere a un pezzo di storia, che presenta ancora molte pagine bianche da riempire. “Erano caserme, luogo divisivo, e oggi diventano centro culturale” ha sottolineato il sindaco di Moncenisio Mauro Carena.