Una miniera nel parco regionale del Beigua?

La battaglia per preservare l’integrità di un’area ricca di interesse ambientale, geologico e paesaggistico
Nel territorio di Pianpaludo, a cavallo tra le province di Savona e di Genova, si nasconde un giacimento di rutilo, la forma mineralogica sotto cui si presenta il titanio. Il giacimento però, rientra in parte nei confini del parco naturale regionale del Beigua. «Il parco è uno scrigno di biodiversità. Un luogo dove l’appennino si affaccia sul Mar ligure. Un’area ricca di interesse ambientale, geologico, paesaggistico e storico» spiega il sindaco di Sassello e presidente dell’Ente Parco Daniele Buschiazzo, «non a caso il suo territorio è stato designato come sito UNESCO e inserito nella prestigiosa lista dei Geoparchi Globali». La Regione Liguria, con un decreto dirigenziale, ha autorizzato la C.E.T, un’azienda di Cuneo, ad effettuare una ricerca mineraria nell'area adiacente (e per 46 ettari interna) alla ZSC 1T1331402 “Beigua – M. Dente – Gargassa – Pavaglione”, gestita dallo stesso Ente Parco. «Può essere condotta l’attività di ricerca mineraria con modalità che non alterano lo stato dei luoghi, come già osservato dal Ministero dell’Ambiente», si può leggere nel testo. Una decisione presa, nonostante i pareri contrari del Parco e dei due Comuni in cui andrebbe a ricadere l’attività di ricerca: Urbe e Sassello.
Parco Beigua
L'area interessata dal progetto © Parco regionale del Beigua

L’opposizione di un territorio

Il futuro prossimo spaventa l’Ente Parco e i sindaci di Sassello e di Urbe, su cui potrebbero ricadere eventuali attività estrattive. «Le aree individuate per la ricerca, sono zone speciali di conservazione inserite nella Rete Natura 2000. Un’altra parte è all’interno dell’area UNESCO. Infine, ulteriori 100 ettari sono porzioni di territorio funzionalmente connesso al geoparco», puntualizza Buschiazzo. «Il rischio è quello di perdere il riconoscimento dell’UNESCO», continua Buschiazzo. Sul tema si sono mobilitate associazioni ambientaliste, insieme al gruppo regionale Cai Liguria. Una rete di organizzazioni che ha lanciato una petizione capace di raccogliere almeno 25mila firme. «La popolazione locale e regionale è contraria alla miniera e non capiamo come mai la Regione dia permessi per test di questo genere se la miniera non può, teoricamente, essere messa in piedi. Siamo disponibili a qualsiasi azione per opporci questo progetto», afferma il presidente del Cai Gianni Carravieri.

Rischi concreti e scenari futuri

«Una miniera che non rispetterebbe la normativa europea in materia e avrebbe conseguenze ambientali rilevanti», continua ancora Carravieri. D’altra parte, l’attività estrattiva farebbe entrare una quota di denaro considerevole nelle casse di eventuali soggetti privati. Una tonnellata di rutilo vale oltre 2mila euro e secondo le valutazioni geologiche in quello che è uno dei giacimenti più grandi d’Europa, potrebbero esserne estratti almeno 60 milioni di tonnellate. Il valore è pari a 120 miliardi di euro. Il tutto però, con un evidente rischio sanitario che ricade sul territorio circostante. «L'area è caratterizzata da una grande estensione di ofioliti (rocce verdi) che rappresentano un frammento di un originario bacino oceanico giurassico. Queste rocce, oltre al titanio, contengono anche amianto, che rappresenta il 10/15% dei minerali presenti. Come ben sappiamo, il suo componente principale è l’asbesto che può causare il Mesotelioma Pleurico», spiega ancora Buschiazzo. Infine, non è banale un'ultima considerazione: «Il rischio è quello di cambiare la vocazione di un territorio. Sassello, insieme ad altri Comuni, ha scelto di dirigersi verso un orizzonte di sviluppo sostenibile. Si pensi al piano di sviluppo rurale che guarda a un futuro fondato sul turismo lento e legato alla biodiversità ambientale», conclude Buschiazzo.