Michael GardnerClasse 1991, Michael Gardner è scomparso lo scorso 8 ottobre sul Jannu, in Nepal, a causa di una caduta durante il tentativo di apertura di una nuova via sulla parete nord della montagna. Michael Gardner era un uomo plasmato dalle montagne, che ne hanno condizionato il destino fin dalla sua nascita. Curioso e affettuoso, con un sorriso e un modo di fare che attraeva, così lo definisce chi lo conosceva. Un uomo che non amava essere etichettato, ma sicuramente un entusiasta della vita.
Seconda generazione di guide alpine della sua famiglia la sua è stata un’infanzia zingara, vissuta tra le montagne del Teton, nel Wyoming, tra le rosse pareti del Colorado e tra i giganti dell’Himalaya. Il sogno di diventare guida si è poi fatto strada in lui all’età di 16 anni, dopo aver perso il papà in montagna. Un sogno realizzato, e non solo. Dotato alpinista si è cimentato con salite di primordine, che ne hanno consacrato il nome nel mondo dell’alpinismo.
Nel 2018, sul Denali, in nord America, ha realizzato la seconda ripetizione di Light Traveller sulla parete sud-ovest della montagna, insieme al compagno Sam Hennessy. Lo stesso che poi l’avrebbe visto precipitare nel nulla pochi giorni fa sul Jannu. Allo stesso modo, nel 2016, era riuscito nella quarta salita della Father and Son's Wall, sempre sul Denali, insieme a Jimmy Voorhis. Il Denali era sicuramente la montagna a cui era più legato, l’aveva salito per ben 12 volte solo come guida. E aveva anche aperto una via, nel 2019, con Sam Hennessey, sulla parete sud della montagna.
Quando non scalava andava alla ricerca della polvere, altra sua grande passione che l’ha portato a essere un professionista e a vivere per molti anni all’interno del circuito del Freeride World Tour.
Da sempre attratto dalle aree più remote e selvagge del Pianeta, si è spinto fino in Antartide dove ha scalato per 6 volte il Monte Vinson, la montagna più alta del continente, in Himalaya e in Alaska. L’importante era essere in montagna, alla continua ricerca di nuovi obiettivi alpinistici. Un ragazzo affamato di vita, che ha vissuto un’esistenza grande, seppur breve.