Medical Pirates: in attesa della finestra di bel tempo sull’Aconcagua

L’Aconcagua – 6962 metri, la vetta più alta delle Americhe, una delle Sette Summits, una montagna che non concede nulla con facilità. Per il team di Medical Pirates, impegnato in uno studio sull'edema polmonare d'alta quota, l’avventura scientifica si sta rivelando un banco di prova estremo.

Dopo due giorni di marcia tra le valli aride dell’alta quota argentina, il team è giunto a Plaza de Mulas (4300 m), il campo base dell’Aconcagua. Qui sono iniziate le attività di ricerca: i membri del gruppo hanno eseguito ecografie polmonari su se stessi e testato i dispositivi per la ventilazione, già sperimentati a Punta Helbronner sul Monte Bianco.

Dopo un giorno di riposo, è iniziata la fase logistica della spedizione: il trasporto delle provviste e del materiale scientifico ai campi più alti. Il primo obiettivo era Campo 1 (4900 m), ma una sorpresa ha complicato la situazione: assenza totale di neve in zona, un problema serio per chi, come loro, conta su di essa per ottenere acqua potabile. La decisione è stata quindi di spingersi oltre e portare le scorte direttamente a Nido de Cóndores (5500 m). Qui, nonostante la fatica, il team è riuscito a depositare provviste e strumenti scientifici, un passo fondamentale per il prosieguo dello studio.

Il rientro al campo base è stato quasi un sollievo: zaini leggeri e la forza di gravità che, per una volta, giocava a favore. Ora resta solo attendere la finestra di bel tempo, poiché una tempesta con venti fino a 100 km/h incombe sulla montagna. Non appena le condizioni lo permetteranno, i Medical Pirates torneranno a Campo 2, dove continueranno la raccolta dati a 5500 metri, per poi puntare a Campo 3 e alla vetta.

L’ambiente in cui si svolge questa missione è surreale: una terra che sembra marziana, dominata da piramidi rocciose rosse e dai celebri Penitentes, sculture di ghiaccio scolpite dal sole. Ma il tempo stringe e l’obiettivo scientifico è chiaro: studiare l’edema polmonare d’alta quota sul campo, affrontando condizioni proibitive.

Ora non resta che aspettare. Ma sull’Aconcagua, il tempo non è mai un alleato prevedibile.