Mary Varale, la donna del sesto grado

Mary Varale, pioniera dell’alpinismo negli anni Trenta, ha segnato la storia con imprese iconiche e il suo ruolo nella nascita del sesto grado.
Mary Varale

Il 9 dicembre 1963 muore a Bordighera Mary Varale, una delle più rappresentative alpiniste degli anni Trenta. Grandissima seconda di cordata e solida compagna di Emilio Comici e Alvise Andrich in salite che hanno fatto la storia come lo Spigolo della Cima Piccolissima di Lavaredo, saliva spesso anche da prima

 

Comici e lo Spigolo Giallo

Comici scrive al ritorno dallo Spigolo Giallo nel 1933: “Il merito principale lo rendo alla mia compagna. Non si creda che io dica ciò per sentimento di cavalleresco omaggio ad una donna… No. Utilissima essa ci è stata durante la estenuante ascensione, mantenendosi sempre vigile e attenta; ma il suo maggior merito è stato l’incoraggiamento affettuoso e tempestivo nei momenti più critici. Forse senza il suo continuo ausilio morale, noi avremmo battuto in ritirata sfiduciati”.

In montagna Mary porta una giacchetta rossa abbottonata in vita e i capelli raccolti in un fazzoletto di cotone. Dimostra classe e ironia. È una bella donna secondo i canoni estetici dell’epoca, ma non approfitta del suo aspetto. Ama la natura e lo sport, ama conoscere e fare, e immensamente scalare

 

La sud ovest del Cimon della Pala

Il 1934 si apre all’insegna di un’attività febbrile: l’allenamento primaverile in Grigna è intensissimo, quasi ossessivo. Poi vengono una nuova estate e una nuova campagna dolomitica, che il 6 settembre culmina nella direttissima alla parete sud ovest del Cimon della Pala, il Cervino delle Dolomiti. È l’ultimo sesto grado di Mary, salito in compagnia di Furio Bianchet e Alvise Andrich, diciannove anni, l’enfant prodige e terrible dell’arrampicata bellunese. Prima del Cimon, Andrich ha firmato una grande via sulla parete nord ovest della Punta Civetta e nell’inverno è stato candidato alla medaglia d’oro al valore atletico. Ma la medaglia gli è stata negata dagli organi centrali del Club Alpino Italiano, che i gerarchi hanno rinominato Centro Alpinistico Italiano. Mary s’indigna e chiede: perché? L’hanno escluso per ragioni politiche? Perché Andrich è solo un ragazzo? Perché scala troppo bene? Infine la assale il dubbio: è forse successo perché c’è di mezzo una donna? A pensarci e ripensarci conclude che gli hanno tolto la medaglia perché ha scalato con lei; è lei la causa. Decide di dire basta e chiamarsi fuori. Prende carta e penna e scrive al presidente della sezione di Belluno, Francesco Terribile: “Caro Signor Terribile, non si stupisca della lettera di dimissioni, anzi la prego di non insistere perché le ritiri ma di mandarmi subito il benestare che mi occorre”. La lettera è datata 20 luglio 1935. Quel giorno, duecentosedici cime e undici anni dopo la prima vetta, cessa l’avventura alpinistica della signora Varale. A quarant’anni decide che è giunta l’ora di camminare in piano. S’incammina in un’altra storia, un po’ più vicina al marito Vittorio e più lontana dalle montagne. Meno eroica, forse felice, non si sa.