Marco Camandona: dall’Himalaya al Quirinale. "La chiamata che non mi aspettavo"

Marco Camandona racconta la chiamata dal Quirinale e il riconoscimento ricevuto da Mattarella, un titolo che va non solo a lui ma anche a Sanonani Onlus e al suo impegno per i bambini del Nepal.
Marco Camandona in cima al Broad Peak, nel 2022 © Facebook Marco Camandona

“Ero a una gara di coppa del mondo di sci di fondo, quando mi è arrivata una chiamata da un numero con prefisso 06. Ho risposto e mi hanno detto che chiamavano dal Quirinale… pochi secondi dopo ero al telefono con il presidente Mattarella”. Sorride Marco Camandona, quando ripensa a quella chiamata tanto assurda quanto vera. Sono passati pochi giorni dall’ufficializzazione della nomina a Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Un titolo che gli è stato concesso per nomina diretta da parte del Presidente della Repubblica. 

Guida alpina, maestro di sci e alpinista himalayano, è difficile racchiudere l’anima di Marco Camandona in tre parole. Sempre disponibile e umile, dalle più alte montagne della Terra ha imparato il rispetto che si deve alle genti di montagna. Il rispetto che si deve a chi ci regala un sorriso pur avendo poco e nulla. Nel luglio 2024 ha coronato un sogno coltivato per 26 anni, raggiungendo la vetta del Gasherbrum I, in Pakistan. È stato il suo 14esimo Ottomila, tutti saliti senza usare le bombole di ossigeno. Oggi una nuova vetta, un riconoscimento arrivato inaspettato a celebrare non tanto l’alpinista, quanto l’uomo che si cela dietro alle imprese.

 

Marco, come hai risposto al presidente Mattarella?

Subito pensavo a una bufala, ma quando me l’hanno passato ho subito riconosciuto la voce. L’unica cosa che ho detto è che mi sento impreparato a questo titolo, anche se sono contento, perché è un riconoscimento che va oltre l’uomo. 

 

Spiegati meglio…

L’onorificenza è arrivata per aver fatto della montagna uno strumento di aiuto agli altri, prima che per la montagna. Quindi è un titolo che condivido, che va a Sanonani Onlus, e a tutte le persone che collaborano portando avanti questo progetto.

 

Ci presenti Sanonani Onlus?

Sanonani Onlus è un’organizzazione no profit dedicata al sostegno dei bambini orfani e svantaggiati del Nepal. Il nome "Sanonani", che in nepalese significa "piccolo bambino", riflette la missione dell’associazione: offrire un futuro migliore ai più piccoli in difficoltà. Sanonani gestisce un orfanotrofio a Kathmandu nel distretto di Mulpani, dove accoglie bambini provenienti da situazioni di estrema povertà o privi di supporto familiare, garantendo loro un ambiente sicuro, istruzione, assistenza sanitaria e opportunità di crescita personale. L’obiettivo è fornire non solo beni essenziali, ma anche amore e strumenti per costruire un futuro indipendente e dignitoso.

 

Da quanti anni esiste?

Dal 2015, sono 10 anni ormai che la si porta avanti. Ma io faccio poco, il vero cuore e motore dell’associazione sono Barbara Luboz, mia moglie, Lara Dulicchio, Paola Denarier, Fausta Bo e Andrea Bo.

 

Sei orgoglioso di questo riconoscimento?

Molto, sia perché è un riconoscimento alla montagna e al Marco professionista, sia perché è un riconoscimento alla comunità, alla vicinanza e all’aiuto verso un popolo come quello nepalese. È un riconoscimento per Sanonani House, che non è una singola persona ma un gruppo che ogni giorno si spende per gli altri. 

 

Dove sta il segreto di questo impegno verso gli altri?

Fare del bene mi ha sempre dato un senso di pace interiore, mi aiuta psicologicamente. Mi ha dato e continua a darmi tanto. 

 

Quando ritirerai l’onorificenza?

La mattina del 26 febbraio, alle 11.30. presso il palazzo del Quirinale. 

 

Dopo, che progetti hai?

Ora sono impegnato con la stagione invernale, sto allenando i giovani dello sci club, e anche qui sono orgoglioso del lavoro svolto, perché una delle nostre atlete ha ricevuto una convocazione in Coppa del Mondo. In autunno, invece, farò qualcosa con François Cazzanelli… ma è presto per parlarne.