Manaslu invernale: Nima Rinji Sherpa sarà il compagno di Simone Moro

Simone Moro annuncia che il suo compagno per la prossima spedizione invernale sul Manaslu sarà Nima Rinji Sherpa, il più giovane scalatore ad aver conquistato tutti i 14 Ottomila.
Nima Rinji Sherpa e Simone Moro © Facebook Nima Rinji Sherpa

A pochi giorni dall’annuncio della prossima spedizione invernale di Simone Moro, che tornerà per la sesta volta al Manaslu, è stato svelato chi sarà il suo compagno di spedizione: il giovane Nima Rinji Sherpa. L’alpinista nepalese salito alla ribalta delle cronache la scorsa primavera per essere diventato il più giovane scalatore a compiere la salita di tutti e 14 gli Ottomila, a soli 18 anni.

“Voglio aiutare Nima Rinji a diventare un alpinista professionista ha spiegato Moro. “Gli sherpa sono forti, ma sono guide o portatori. Nessuno fa alpinismo tecnico a tempo pieno". Nima, che ha risposto alla proposta di Simone Moro con un immediato “si”, aggiunge: “Quando Simone mi ha proposto questo progetto ho risposto in modo istantaneo. Un progetto che, prima di tutto, richiede molta pianificazione e visione. Sono emozionato e onorato di essere stato invitato a partecipare a qualcosa che non è mai stato fatto nella storia dell’alpinismo. Nima Rnji si riferisce all’idea di Moro di tentare la salita del Manaslu in inverno e in stile alpino.

 

In inverno, in stile alpino

Simone Moro sul Manaslu non vuole “semplicemente” tentare la salita della montagna nel cuore della stagione fredda, ma vuole farlo in stile alpino. Un modo di affrontare la stagione più dura che, fino a oggi, non è ancora riuscito a nessuno, spiega Moro. Stile alpino in inverno su un Ottomila significa: niente bombole di ossigeno, nessun supporto esterno, nessun deposito di attrezzature precedentemente lasciato sulla montagna, nessun campo allestito e, ovviamente, nessuna corda fissa.

 

Solo un tentativo

Tra le altre caratteristiche che deve avere una spedizione invernale, in stile alpino, su un Ottomila, evidenzia Moro, c’è che tutto deve avvenire in un unico tentativo. Non si dovrebbero quindi effettuare più puntate in quota andando a battere la traccia e comprendendo come meglio affrontare le sezioni più delicate della salita. Ecco quindi la novità. “Lo stile alpino non consente alcun tentativo precedente sulla stessa via nella stessa stagione” afferma. Secondo questa visione non sarebbe quindi stata effettuata in puro stile alpino la salita giapponese al Manaslu del 1985, che ha visto gli alpinisti raggiungere la vetta il 14 dicembre, al loro secondo tentativo. “Quella fantastica scalata di Yamada e Saito avvenne il 14 dicembre, come secondo tentativo della stagione dopo quello effettuato il 9 dicembre, che li ha visti arrestarsi a 7200 metri”. Senza dimenticare che “non è stata una scalata invernale astronomica”. Ovvero, non si è trattato di una scalata realizzata tra il 21 dicembre e il 21 marzo, inizio e termine dell’inverno astronomico. Simone Moro è infatti un sostenitore di questo metodo di misurazione dell’inverno, al contrario di molti altri alpinisti che negli ultimi anni hanno deciso di seguire il calendario meteorologico che vede la stagione più fredda iniziare il primo dicembre e terminare il 28 febbraio. Ricordiamo che la prima invernale al Manaslu è stata realizzata il 12 gennaio 1984 dai polacchi Maciej Berbeka e Ryszard Gajewski, anche loro con una spedizione che secondo i canoni moderni avrebbe seguito un calendario meteorologico. Gli alpinisti hanno infatti piazzato il campo base ai piedi della montagna il 2 dicembre.

“Urubko e io abbiamo scalato il Makalu nel 2009, dopo una singola salita precedente a 6700 metri qualche giorno prima del tentativo di vetta. Abbiamo realizzato la prima scalata invernale del Makalu, ma non abbiamo mai affermato che fosse in stile alpino” conclude Moro.

Insomma parliamo di una salita di altissimi livelli, visti i molti paletti che l’alpinista ha deciso di introdurre. Se dovesse riuscire, sicuramente un primato internazionale.